Il vescovo: andate alle urne "Non vinca l’indifferenza"

Lettera aperta di Nerbini ai pratesi: "Astenersi non aiuterà a migliorare la realtà". La riflessione sulla guerra: "La Nato è ancora adeguata a garantire la difesa?"

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Astensionismo, cambiamenti climatici, consumo del suolo, guerra in Ucraina e bene comune. Sono i temi trattati dal vescovo Giovanni Nerbini in una lettera aperta ai pratesi in vista delle elezioni politiche del 25 settembre. Da un lato c’è l’invito alla partecipazione "diretta, qualificata e consapevole". "Rinunciare ad una presa di posizione non rende la realtà che viviamo migliore, e non contribuisce certo a creare condizioni nuove, a vincere le sfide che ci stanno di fronte", scrive il vescovo. Dall’altra c’è la parte più locale, in cui si interroga anche sullo sviluppo della città. "Lo sviluppo del Macrolotto rispondeva a necessità industriali che però, all’epoca, non si sono interrogate sul suo impatto ambientale, su cosa significava in termini di necessità di fornire energia e risorse per far funzionare un comparto industriale fra i più energivori. E come poi tutto questo ha inciso sul tessuto sociale, sulle relazioni?". Infine la parte nazionale, dove il vescovo fa una riflessione sulla guerra. "Noi non ci accontentiamo di vedere la guerra cessare", dice. "Vogliamo la pace, la vogliamo costruire, per tutti i popoli".

Poi il passaggio sull’aggressione della Russia all’Ucraina, sulla quale Nerbini pur ritenendo la politica di Putin "assolutamente condannabile", si chiede anche "che giudizio serio e onesto esprimere sugli altri attori responsabili della politica internazionale. E nasce anche spontanea la domanda se la Nato sia ancora lo strumento adeguato a garantire la difesa e la pace o se oggi non servano differenti approcci". Il testo integrale del messaggio è sul sito della Diocesi di Prato. Nerbini denuncia il dissennato comportamento dell’uomo di fronte allo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e all’inquinamento causa dei cambiamenti climatici. Il presule dedica un punto della lettera alla crescita delle povertà a livello mondiale. Evidenzia che Prato, prima di altre parti d’Europa, ha vissuto "l’esperienza delle conseguenze più gravi e dolorose di una globalizzazione che troppo spesso è stata spinta nella direzione di una massimizzazione dei profitti a scapito della dignità del lavoro". Per superare tutto questo servono politiche che sappiano mettere al centro la ricerca di un lavoro dignitoso che permetta al lavoratore di vivere "un’esistenza normale e la realizzazione delle aspirazioni più profonde, come avere una famiglia".

Nerbini evidenzia poi che una competizione sempre più accentuata costringe aziende e operai a ritmi forsennati e così "si cerca di risparmiare sempre a scapito del lavoratore costretto a volte ad abbandonare il posto per mantenere un equilibrio psicologico soddisfacente". A questo proposito il Vescovo loda "molte delle nostre aziende pratesi" che su questo aspetto "hanno da insegnare davvero molto" perché da tempo impegnate sul versante dell’integrazione e della sostenibilità ambientale. Il giorno delle elezioni dunque, secondo il vescovo, l’alternativa è tra farsi carico dei problemi oppure lasciare che tutto proceda secondo vecchie logiche. "Auspico che tutti noi sappiamo raccogliere con determinazione la sfida".