Il processo per le mascherine La procura chiede di accelerare

Il procuratore Nicolosi presenta un’istanza dopo la decisione del gup di far slittare la sentenza a settembre

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Un’istanza per anticipare l’udienza con sentenza sullo scandalo delle mascherine. A presentarla è stata ieri niente meno che il procuratore Giuseppe Nicolosi: la documentazione è stata inviata al presidente della sezione penale per chiedere di non rinviare a settembre la sentenza di un processo che vede quindici imputati per i quali il giudice per le udienze preliminari Alessandro Lippini si sarebbe dovuto esprimere martedì mattina pronunciandosi sui patteggiamenti chiesti per ciascuno di loro. Il gup ha deciso di rinviare a settembre in applicazioni delle direttive contenute nella disposizione del presidente del Tribunale per evitare il rischio contagio nei mesi di pandemia. Lo spazio dell’aula è stato infatti ritenuto troppo esiguo perché potessero essere mantenute le giuste distanze fra gli avvocati, i giudici e i cancellieri presenti. Una sentenza molto attesa quella sulla maxi inchiesta relativa all’appalto pubblico da 45 milioni di euro che riguardava la vendita di dispositivi anti-Covid sia alla Protezione civile nazionale (valore 41,8 milioni di euro) e ad Estar (valore 3,2 milioni di euro), vinta dal Gruppo YL, azienda pratese a conduzione orientale. La sentenza dovrà sciogliere il nodo sulla confisca di quasi 2 milioni di euro di beni e soldi sequestrati ai due principali imputati, i fratelli Hong.

Sa.Be.