I cancelli si riaprono dopo 12 anni "La chiusura? Un danno per tutti"

Ieri mattina il primo sopralluogo dei tecnici di Consiag servizi e della polizia municipale in via Ciulli. L’infrastruttura porta i segni dell’abbandono fra degrado e piante infestanti. Quante battaglie in suo nome

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La chiave gira, il cancello si apre, e in un tratto dodici anni di battaglie, polemiche, proteste, rabbia e disperazione sembrano potere essere lasciati finalmente alle spalle. Assistere al primo sopralluogo tecnico della polizia municipale e del personale di Consiag Servizi in via Ciulli fa tornare alle mente i disperati tentativi di salvataggio delle tre donne cinesi annegate nel 2010 nel sottopasso in un misto di acqua e fango, ma fa anche ben capire come l’infrastruttura sia stata lasciata alla totale incuria per un decennio abbondante. Piante infestanti, arbusti, erbacce e rampicanti spuntano ovunque, e vanno quasi a nascondere sia la carreggiata che la ciclabile soprastante.

Nessuno d’altronde ha più rimesso piede nel sottopasso dopo che l’infrastruttura è diventata due volte luogo di morte. Perché se dopo la tragedia delle donne cinesi erano stata apposte solo alcune sbarre per impedire l’accesso alle auto, quattro anni dopo si rese necessaria la blindatura totale dell’infrastruttura. Qualcuno infatti in bici o a piedi per raggiungere più velocemente da Galciana l’abitato di Narnali, passava lo stesso dalla ciclabile che costeggia il sottopasso. E il caso volle che un uomo di 80 anni perse la vita proprio in via Ciulli dopo lo scontro tra due biciclette.

Da allora, dopo l’apertura di una ulteriore indagine da parte della procura, arrivò la totale blindatura del sottopasso. Sbarramento che è arrivato fino a ieri, senza che nessuno provasse più a forzarlo. Il dissequestro scrive la parola fine anche su una battaglia civica e politica durata molti anni. Perché via Ciulli è stata teatro di un acceso scontro istituzionale fra il Comune e l’allora Circoscrizione Ovest. Il suo ex presidente, Giovanni Mosca, raccolse oltre 4.000 firme nel 2013 di fronte ai mancati lavori dell’allora giunta Cenni che sosteneva che prima di ogni intervento ci fosse bisogno del via libera della magistratura. Pochi mesi più tardi andò in scena anche la fiaccolata di protesta dei residenti e dell’associazione ‘Narnali insieme’ guidata da Oliviero Giorgi. Furono 300 le persone che decisero di fare sentire le ragioni del quartiere e alla manifestazione arrivò anche l’ex sindaco Cenni che per l’ennesima volta tentò di spiegare i limiti burocratici con cui doveva scontrarsi chi si adoperava per la riapertura del sottopasso. "Fu una battaglia di civiltà, in difesa dei diritti dei residenti", dice oggi Mosca ricordando quei giorni. "Eravamo pronti a incaricare un ingegnere per capire quali lavori fossero necessari per riaprire il sottopasso. In altre località c’erano i lampeggianti con sbarre che si abbassavano in automatico in caso di allagamenti. E quindi ci domandavamo perché la stessa cosa non fosse possibile anche in via Ciulli". Da quel momento, con il cambio di amministrazione comunale, l’abolizione delle Circoscrizioni e il ritorno del centrosinistra al governo della città, le proteste del quartiere sparirono. Lasciando però intatti i problemi della zona industriale di Narnali. La chiusura del sottopasso, infatti, ha tolto una delle due strade d’uscita da via Dosso Faiti, costringendo furgoni e mezzi pesanti a passare unicamente da via Pistoiese per potere raggiungere la tangenziale. Un danno economico enorme per tante industrie, alcune delle quali nel frattempo si sono trasferite o hanno addirittura chiuso. "La chiusura del sottopasso è stata un danno notevole sia per le fabbriche che per i negozi di vicinato", ricorda Oliviero Giorgi. "Io stesso avevo un negozio di frutta e verdura e con i miei occhi ho assistito al crollo del movimento di clientela che ruotava intorno al quartiere. Il colpo di grazia fu poi la chiusura della ciclabile di via Ciulli, perché impedì di raggiungerci da Galciana anche in bicicletta". Giorgi spiega anche perché a un certo punto finirono le manifestazioni di protesta. "Come in tutte le cose - conclude - quando non si ottengono risultati, il movimento è andato a calare. Di quegli anni però ricordo un grande senso civico e uno spirito di comunità".

Con il passare degli anni la riapertura del sottopasso di via Ciulli è stata vista dai residenti come una sorta di chimera, alla quale quasi più nessuno credeva. I flussi veicolari e del commercio ormai si erano riassestati e nemmeno la notizia dei lavori alla cassa d’espansione all’ospedale Santo Stefano aveva acceso chissà quale entusiasmo nel quartiere. Ieri invece il cancello del sottopasso è stato riaperto. Certo, solo per pochi minuti. Ma sufficienti per ridare speranza. Adesso si tratta solo di attendere: il conto alla rovescia a Narnali è già iniziato.

Stefano De Biase