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Guerra alle infezioni ospedaliere Piano della Regione, sì dei medici

Formazione e più prevenzione. Biancalani (Fimmg regionale): "Monitoriamo le prescrizioni di antibiotici"

Guerra alle infezioni ospedaliere Piano della Regione, sì dei medici

La Toscana contro le infezioni contratte in ospedale: formazione, prevenzione e sorveglianza. Ecco le tre azioni messe in campo per contrastare un fenomeno che fa paura e che purtroppo inizia a farsi strada anche all’interno degli ospedali toscani. Le infezioni contratte in ospedale - e tra queste quelle originate da batteri resistenti agli antibiotici - costituiscono una delle più diffuse minacce per la salute pubblica. La giunta regionale toscana ha approvato di recente un piano triennale, valido dal 2023 al 2025, per contrastarle e che vede impegnate, insieme, aziende sanitarie ed ospedaliere, ospedali privati accreditati, strutture di cure intermedie accreditate, centri di riabilitazione e Rsa.

"E’ una sfida complessa, che si affronta con più azioni – spiega l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – Prevenzione, appropriatezza nell’uso degli antibiotici, l’uso degli stessi protocolli in tutto il territorio regionale, con una sensibilità diffusa non solo tra gli addetti ai lavori ma anche nel pubblico costituiscono i cardini delle azioni che metteremo in campo".

La Toscana investirà sulla formazione, con un programma straordinario sulle infezioni finanziato con risorse del Pnrr. Saranno 20mila i professionisti che ne usufruiranno: non solo personale sanitario ma anche socio sanitario. Successivamente ne potranno usufruire anche i medici di medicina generale, odontoiatri, farmacisti ed altre categorie professionali.

"I medici di famiglia saranno coinvolti in un secondo momento e noi siamo pronti a dare la massima collaborazione - afferma Niccolò Biancalani, segretario regionale della Fimmg - Intanto, come professionisti operativi sul territorio siamo già in prima linea insieme all’Asl centro nel monitorare l’appropriatezza delle prescrizioni di antibiotici in relazione proprio al contrasto delle infezioni da batteri resistenti. Ogni mese facciamo un incontro che serve per confrontarsi e pensare a progetti da mettere in campo proprio per arginare il problema delle infezioni antibiotico resistenti". In futuro, non sarà fatta soltanto formazione ma "si cercherà di usare dei veri progetti per capire quando sia meglio usare e quando non vada usato l’antibiotico. E’ un tema molto attuale e urgente. A proposito stiamo lavorando insieme a Regione ed Estar. Quest’ultimo sta facendo dei tavoli di lavoro per fare formazione sia alla parte dei dipendenti ospedalieri che alla parte del territorio, tra cui anche i medici di medicina generale".

La Regione, infine, annuncia che sarà rafforzata la rete di sorveglianza dell’antibiotico-resistenza costituita dai laboratori di microbiologia delle aziende sanitarie. Già oggi in quelle strutture si raccolgono dati sulle specie più resistenti agli antibiotici e causa di infezioni del sangue contraibili nei nosocomi, come la Klebsiella pneumoniae (può provocare polmonite) o Escherichia coli (può causare infezioni all’apparato urinario); adesso l’attività sarà allargata ad ulteriori sorveglianze, in cui saranno coinvolti pure i privati accreditati. E nella lotta alle infezioni batteriche una parte inportante la rivestono anche i pazienti, tanto che la Regione promuoverà una campagna di comunicazione, anche sui social per raggiungere il maggior numero di persone.

Sara Bessi