Gioielliere picchiato Presi due rapinatori insieme alla basista

I carabinieri portano in carcere tutti i responsabili del colpo violento che a gennaio fruttò un bottino di circa 500.000 euro

Migration

Rapinatori che si erano trasferiti da Prato a Sarzana e una basista per amore. Sono i protagonisti di un colpo andato in scena il 21 gennaio scorso in un negozio di preziosi a Ceparana, in provincia di La Spezia. Attorno a loro i carabinieri hanno adesso chiuso il cerchio, assicurandoli alla giustizia. I militari di Sarzana hanno arrestato, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dall’autorità giudiziaria spezzina, una donna e un uomo, ritenuti rispettivamente la basista e uno degli autori materiali della rapina andata in scena a inizio anno. Il primo rapinatore, invece, era stato già arrestato a marzo. A finire in carcere Thomas Moretti, 45 anni, italiano di etnia sinti. L’altro ieri gli altri due fermi: in carcere è finito Tomas Poropat, quarantenne complice nell’assalto al negozio ceparanese; ai domiciliari la basista, la 45enne sarzanese Emelin Bosco, all’epoca dei fatti compagna del Morett. Quest’ultimo in passato era statocondannato per l’omicidio della compagna e della suocera avvenuto nel 2000 a Vicenza, mentre Poropat era stato condannato a 18 anni per l’omicidio (in concorso con altre due persone) di un 85enne avvenuto nel 2004 al culmine di una rapina in un’abitazione di Bastia Umbra. Riepiloghiamo i fatti, che iniziano il 21 gennaio quando un gioielliere di Ceparana viene affrontato da due uomini con il volto travisato, mentre sta chiudendo il negozio. La coppia di malviventi con le armi in pugno gli punta contro la pistola e dopo avere esploso alcuni colpi in aria si fa consegnare gioielli e orologi per un valore di circa 500.000 euro. La vittima, a causa delle percosse subite, viene ricoverata in ospedale. Le indagini successive conducono all’identificazione di uno dei due rapinatori, un uomo di 45 anni rintracciato in provincia di Prato e arrestato il 17 marzo scorso. Le indagini da allora proseguono fino a risalire all’identikit del complice, un uomo di 40 anni, che lui residente a Prato. Nel colpo del 21 gennaio avrebbe svolto il ruolo di basista, invece, una donna di 45 anni, residente a Sarzana, che aveva una relazione sentimentale con il primo rapinatore finito in carcere e che è sospettata di aver fornito alla coppia di rapinatori le informazioni su come, dove e quando mettere a segno il colpo.