Prato, i funerali di Roberta Betti: chiesa gremita, la città le rende omaggio

Tanta gente per l'ultimo saluto

Un momento dei funerali (Foto Attalmi)

Un momento dei funerali (Foto Attalmi)

Prato 24 gennaio 2020 - Cattedrale affollata per l'addio a Roberta Betti, presidente del teatro Politeama Pratese che grazie alla sua battaglia fu sottratto alla chiusura e alla trasformazione in centro commerciale grazie ad una (per l'epoca) avveniristica forma di azionariato popolare cui partecipò tutta la città. Figura amata dai pratesi per il suo impegno in campo artistico e imprenditoriale a salutare Roberta scomparsa mercoledì 22 all'età di 89 anni compiuti proprio il giorno avanti, è intervenuta tutta la città.

Don Luciano Pelagatti, parroco della cattedrale, che ha celebrato la funzione presieduta dal vescovo vicario mons. Nedo Mannucci, durante l'omelia ha accostato la figura di Roberta ai puri di cuore "che saranno ammessi come beati al cospetto di Dio". E ha citato "l'impegno di Roberta per la ricerca del bello e l'impegno a salvaguardare ciò che di bello era stato fatto".

"Lo ha fatto per sé? - Si è chiesto il sacerdote - No. Lo ha fatto per tutti. E ha ricordato gli incontri al teatro durante la benedizione delle case. Don Luciano Pelagatti ha quindi citato "la parabola dei veri credenti arrivati in carovana alla nuova Sion. Avevano alla cintura una fiaschetta di acquavite. Fateli entrare - disse il Signore - e non togliete loro l'acquavite. Entrino con tutto ciò che è servito loro per mantenersi in vita".

Il sindaco Matteo Biffoni commosso alle lacrime, con voce strozzata alla fine della santa messa ha citato l'amore sconfinato che Roberta nutriva per la sua città e i suoi concittadini. "Unica nella storia ha messo tutti intorno a un progetto: cittadini semplici, istituzioni, enti: tutta Prato. Tutti quelli che l'hanno conosciuta le riconoscono questo merito".  "Bisogna voler bene a questa città, come gliene ha voluto lei". Lanciando uno sguardo al futuro sempre con voce spezzata, Biffoni ha farto ricorso a una metafora calcistica. "Se in una squadra muore il fuoriclasse che fa sognare i tifosi, muore lui ma la squadra resta. E tutti gli altri devono fare uno sforzo in più. È quello che ora dobbiamo fare tutti". "A me - ha chiuso Biffoni con un filo di voce non resta che ringraziarla. Grazie Roberta". Un lungo applauso è scrociato nella navata. Ripetuto pochi minuto dopo mentre il feretro usciva dalla cattedrale per essere traslato al cimitero della Misericordia.