Prato, 2 marzo 2023 – Il giorno dopo la lettera ultimatum dei medici sulle condizioni critiche dei pronto soccorso della Toscana, arrivano due risposte. Da un lato la Regione ha annunciato che presto ci saranno 90 euro lordi in più al mese in busta per il personale del comparto sanitario assegnato ai pronto soccorso, dall’altro si viene a sapere di una ’revisione’ del progetto che avrebbe dovuto far nascere l’ospedale di comunità al Pegaso di via Galcianese. I 20 posti letto previsti, che daranno una mano ad alleviare il vicino ospedale, non sorgeranno nell’ex Creaf, ma bensì in strutture già di proprietà dell’Asl Toscana Centro, quale La Melagrana a Narnali o l’ex palazzina delle malattie infettive al Misericordia e Dolce. La novità è emersa nel corso della seduta della commissione consiliare 5, presieduta da Rosanna Sciumbata, quando sono stati ascoltati l’ingegner Gianluca Gavazzi e Lorena Paganelli, direttrice della Società della Salute. “Nessun ripensamento riguardo al progetto - spiega il direttore generale Paolo Morello Marchese - Ci siamo accorti che la procedura per il passaggio della proprietà o della concessione in comodato gratuito del Pegaso da parte della Regione è lunga. Non si sarebbe riusciti a completare l’iter entro il 31 marzo, tempo entro il quale il passaggio sarebbe dovuto avvenire per usufruire dei fondi del Pnrr”. L’Asl ha optato per una soluzione alternativa “che ci permette di non perdere i 4 milioni di euro dei fondi europei, che utilizzeremo per attivare 20 letti di cure intermedie in un edificio di nostra proprietà”. Due, come detto, le idee sul tavolo: La Melagrana oppure l’ex palazzina delle malattie infettive nell’area ospedaliera del Misericordia e Dolce. Quest’ultima opzione sembrerebbe la più praticabile perché consentirebbe di valorizzare con la ristrutturazione un edificio dell’Asl.
E allora che fine farà l’ospedale di comunità all’ex Creaf, annunciato dal presidente regionale Eugenio Giani nel 2021? “Come detto - chiosa Morello - l’obiettivo rimane lo stesso. Contiamo di ottenere il finanziamento per il progetto al Pegaso partecipando ad un nuovo bando nazionale ex articolo 20 (i fondi per le grandi opere sanitarie), che dovrebbe uscire a breve”.
Intanto il grido disperato dei medici dei pronto soccorso non è passato inosservato dal presidente dell’Ordine dei medici di Prato, dottor Guido Moradei. “Capisco che ci sono grosse difficoltà - dice - Gli ospedali per intensità di cura richiedevano una riorganizzazione ed un potenziamento dei servizi sui territori che non sono sempre corrisposti. Direi che non sia il caso di fare guerra fra medici del pronto soccorso e medici di medicina generale: entrambi le categorie hanno le proprie croci”. Secondo Alessandro Benelli, segretario Fimmg (federazione medici di medicina generale) di Prato “il territorio è sguarnito di servizi e i cittadini sono stati abituati a rivolgersi al pronto soccorso per qualsiasi bisogno. Non è vero che i medici di base inviano in maniera inappropriata i propri assistiti in ospedale - chiosa - Ho fatto un calcolo: in un anno se ne possono inviare con ricetta rossa solo il 10% del totale, il restante 90% si rivolge al pronto soccorso di propria iniziativa. Capita perché spesso i cittadini non trovano risposte diagnostiche sul territorio o debbono attendere per mesi rivolgendosi ad un Cup che procede per pacchetti di prestazioni, esaurite in un battibaleno. Va ripensato il sistema senza procedere con toppe”. Nella loro lettera i medici della medicina d’urgenza hanno tirato in ballo anche i colleghi della medicina generale e l loro ruolo ritenuto insufficiente nella capacità di filtrare gli utenti verso il pronto soccorso. “Noi abbiamo chiesto tante volte strumenti per fare dei percorsi diagnostici sul territorio: gli ecografi e gli spirometri in arrivo sono destinati alle case della salute. La battaglia deve essere comune”.