Esplode la rabbia dei pendolari. "Due ore d’attesa prima di partire. E sul convoglio stretti come sardine"

I disagi alla Stazione Centrale, con il treno rimasto fermo per 110 minuti e che si è riempito all’inverosimile. È stato necessario far arrivare un mezzo supplementare che potesse accogliere una parte dei passeggeri.

Quasi due ore d’attesa prima di partire in direzione Bologna, con centinaia di persone che sono salite sul convoglio una dopo l’altra fino a fare venire meno le condizioni di sicurezza per viaggiare. E’ quanto accaduto domenica pomeriggio, nel bel mezzo del rientro dal ponte del 2 giugno alla stazione centrale di Prato. Alle 17.40 doveva partire il treno 17838 diretto verso Bologna Centrale, ma nonostante l’arrivo del mezzo con venti minuti d’anticipo rispetto all’orario di partenza, in realtà il convoglio è rimasto fermo per 110 minuti alla stazione centrale. A raccontare quella che è diventata una vera e propria odissea per centinaia di persone sono due lettori, Chiara e Matteo. "Siamo ormai assuefatti ai ritardi – commentano –, ma stavolta si è superato il peggio. Il treno alla stazione centrale di Prato è arrivato puntuale alle 17.20 circa sul binario ma la successiva ripartenza, prevista per le 17.40, ha tardato di ben 110 minuti. Nel frattempo è successo di tutto. Il treno, nella fase di attesa, si è riempito all’inverosimile. Tutti i posti a sedere sono stati occupati e si è continuato a consentire l’ingresso dei passeggeri riempiendo pure i corridoi e le aree di transito. Insomma, il treno era diventato un ‘carro bestiame’. A quel punto, si sono subito creati due problemi: il primo di sicurezza. Il secondo di tipo igienico: siamo appena usciti da una pandemia". I due lettori sfortunati protagonisti della vicenda raccontano che "è passato un intervallo considerevole di tempo prima che venisse data una qualche comunicazione". "Vedevamo il ritardo del treno aumentare sul tabellone – raccontano -. E dopo un lunghissimo silenzio ci è stato comunicato che, a causa della troppa affluenza, il treno non poteva partire perché non c’erano le condizioni di sicurezza per viaggiare. I passeggeri che non avevano necessità urgenti sono stati invitati a scendere e a prendere il treno delle 21.10". Chiaramente non è stato possibile fare trovare un accordo fra passeggeri, e così è servito l’intervento della Polfer. "Solo alle 18.50, dopo un’ora e dieci minuti di attesa, è stato comunicato ai passeggeri che si attendeva la conferma dell’arrivo di un treno supplementare, con partenza indicativa per Bologna prevista per le 19.20 – proseguono i due lettori -. Alle 19.24 è finalmente apparso un treno, sul quale è stato possibile effettuare il trasbordo dei passeggeri in esubero sul mezzo 17838".

La rabbia dei due lettori protagonisti della vicenda è legata all’organizzazione per l’esodo post ponte. "Viene da chiedersi se non fosse possibile evitare questo gravissimo disagio ai passeggeri oltre all’inutile trambusto organizzativo – concludono -. Non era una scelta opportuna e di buonsenso prevedere in una domenica di rientro dopo un ponte qualche convoglio in più? O forse gli utenti dei regionali possono essere considerati passeggeri di serie B?".

Sdb