Dogaia, situazione esplosiva Due agenti feriti da un detenuto

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PRATO

Ennesima aggressione agli agenti di polizia penitenziaria del carcere. E’ successo tutto nella mattinata di ieri, quando un detenuto di origine tunisina, finito il colloquio con la psichiatria ha aggredito due poliziotti, scagliando contro di loro, con violenza, un treppiedi di ferro, un oggetto che veniva utilizzato durante la pandemia per consentire ai detenuti di mantenere i colloqui mediante le videochiamate.

Dopo l’aggressione i due poliziotti sono rimasti feriti e per entrambi sono state necessarie le cure mediche del pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano. Diversi i giorni di prognosi che i sanitari hanno stabilito per entrambi. "Più volte abbiamo denunciato le molteplici problematiche che attanagliano il carcere della Dogaia", scrivono in un nota le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria (Uspp, Uil, Cisl, Osapp, Sappe, FsaCnpp). "Purtroppo senza avere alcuna risposta da parte degli organi regionali penitenziari, rimanendo così abbandonati al nostro destino e senza alcuna tutela", aggiungono facendo un nuovo appello al governo per interventi urgenti e non escludendo nuove forme di protesta.

Torna alla ribalta dunque il tema della sicurezza nelle carceri: forte la richiesta di interventi, di misure a tutela degli agenti della polizia penitenziaria e di provvedimenti in grado di riportare alla normalità il rapporto con i detenuti. Solo pochi mesi fa un’altra aggressione. A ottobre i sindacati avevano nuovamente denunciato la situazione: numerosi gli episodi di violenza nel carcere di Prato come nelle altre carceri. L’elenco annovera aggressioni da parte di detenuti armati di lamette intrise di sangue, di padelle con olio bollente, di zampe di tavolini usate come bastoni.