Distretto nei guai: "Sgravi per le collezioni dietrofront sulle regole". E le aziende tremano

A decine rischiano i crediti d’imposta concessi tra il 2015 e il 2019. Confindustria: "Ministero e Agenzia delle entrate hanno cambiato . interpretazione, molti hanno già fatto investimenti. Bisogna rimediare".

Distretto nei guai: "Sgravi per le collezioni dietrofront sulle regole". E le aziende tremano

Distretto nei guai: "Sgravi per le collezioni dietrofront sulle regole". E le aziende tremano

Agevolazioni fiscali, ieri delizia e oggi croce per decine e decine di aziende tessili del distretto. Una spina che emerge bene nel discorso tenuto da Daniele Matteini, presidente di Confindustria Toscana Nord, nel corso dell’assemblea pubblica dei soci, tenutasi a Pistoia mercoledì pomeriggio. Se la fiscalità viene riconosciuta come "motore di crescita e di innovazione", lo stesso Matteini nella dettagliata relazione accende i riflettori su un tema delicato quale quello delle agevolazioni fiscali, reclamando un potenziamento della riforma e di Industria 4.0.

"E’ invece accaduto che addirittura si siano alterate le regole a posteriori depotenziando gli strumenti – ha fatto notare ai soci – . Un esempio clamoroso è quello del credito d’imposta per ricerca e sviluppo degli anni 2015-2019: per la ricerca finalizzata all’ideazione estetica e alla realizzazione di nuove collezioni del settore moda le regole sono state cambiate, retroattivamente, nel 2022". Così decine e decine di imprese tessili pratesi, che hanno usufruito appunto del credito di imposta per attività di ricerca e di sviluppo dal 2015 al 2019 nel settore moda, oggi vivono nella preoccupazione e nel disagio. Queste aziende, che hanno usufruito del beneficio applicando le indicazioni fornite dall’Agenzia delle entrate in merito alle attività di ricerca e sviluppo agevolabili, hanno potuto riversare le agevolazioni fiscali nella realizzazione dei prototipi relativi a nuove collezioni o nuovi campionari rispetto agli anni precedenti. Una possibilità concessa chiaramente nella circolare del 2015 per lo specifico settore del tessile e della moda, in cui l’Agenzia delle entrate rinviava, per l’individuazione delle attività agevolabili, alla circolare del Ministero dello sviluppo economico dell’aprile del 2009. Possibilità, fanno sapere da Ctn, che, sempre per il settore del tessile, moda e più in generale nei settori riconducibili al Made in Italy, "erano stati ulteriormente ribaditi nel 2017 dal Ministero dello sviluppo economico con due risposte alle domande frequenti pubblicate sul sito web istituzionale". Poi la doccia fredda, a investimenti già effettuati.

"Successivamente al termine dell’ultimo periodo agevolato (2019), quando le imprese avevano già beneficiato del credito d’imposta sulla scorta dei chiarimenti a suo tempo comunicati, sia il Ministero dello sviluppo economico che l’Agenzia delle entrate hanno mutato completamente interpretazione sulle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d’imposta, riconducendole solamente alle attività relative alle creazione di nuovi prodotti o processi, nuovi in assoluto nello stato dell’arte o rispetto al settore, secondo il criteri del ’Manuale di Frascati’". C’è di più: "Per i settori tessile e moda e made in Italy, il chiarimento è stato pubblicato a fine luglio 2022, tre anni dopo l’ultimo periodo agevolato (2019)". Un paradosso che chiede di essere superato e che fa levare alta la voce fino a Roma.

Sara Bessi