SILVIA BINI
Cronaca

Costruzioni alla Querce e Viaccia. La strigliata di AttivaPrato: "Occorre una politica illuminata"

Paolo Sanesi interviene nel dibattito e allarga il raggio all’importanza della partecipazione e dell’ascolto "La definizione di interesse pubblico senza vera condivisione rischia di diventare una formula vuota".

Al centro del dibattito i progetti di costruzione alla Querce e a Viaccia e il mancato ascolto dei cittadini

Al centro del dibattito i progetti di costruzione alla Querce e a Viaccia e il mancato ascolto dei cittadini

"La definizione di interesse pubblico è un concetto complesso, ma senza un reale ascolto dei cittadini rischia di diventare una formula vuota" A parlare è Paolo Sanesi, anima dell’associazione AttivaPrato, che interviene nel dibattito suscitato dai progetti di urbanizzazione a La Querce e a Viaccia, che stanno sollevando perplessità e proteste da parte di residenti e comitati locali, nonostante il percorso di partecipazione fatto.

Sanesi pone il tema su un piano più ampio: "La definizione di ’interesse pubblico’ - spiega - non può ridursi a una dichiarazione formale calata dall’alto. Deve emergere da un processo inclusivo e condiviso, in cui le ragioni della politica si confrontano apertamente con quelle della società civile". Un riferimento esplicito alla teoria dell’agire comunicativo di Habermas, secondo cui "una decisione è legittima solo se può trovare il consenso degli interessati, attraverso un dialogo trasparente, critico e fondato sulla forza dell’argomento migliore, non del potere". Secondo Sanesi, la vera difficoltà sta nella costruzione di un contesto "onesto", capace di dare spazio alle idee migliori, senza prevaricazioni né chiusure. "Purtroppo - osserva - la discrezionalità politica viene spesso esercitata come un atto di potere e non come una responsabilità. Così si riduce la partecipazione a un orpello e si mina la fiducia nelle istituzioni".

È per questo, sottolinea Sanesi, che serve un investimento serio sulla cultura partecipativa: "Non bastano leggi e regolamenti che pure sono importanti. Occorre una politica illuminata, strumenti efficaci, ma soprattutto cittadini informati e consapevoli. Senza ascolto, senza coinvolgimento reale, ogni decisione perde forza etica e rischia di essere percepita come arbitraria".

Un appello, il suo, a non sottovalutare il valore del confronto e del dialogo: "La partecipazione non è solo un diritto, è la via per costruire decisioni più giuste, più condivise e quindi più durature. È da lì che passa il futuro di una democrazia matura".