Classe 3C della scuola media Ser Lapo Mazzei (Prato)

Lettera di un figlio adolescente: "Mi sento sempre meno capito da voi genitori. Un tempo era tutto diverso"

Classe 3C della scuola media Ser Lapo Mazzei (Prato)
Classe 3C della scuola media Ser Lapo Mazzei (Prato)

Cari genitori, non so se avete notato che ultimamente sono diventato più ribelle, meno dolce, meno tranquillo. Non abbiamo un rapporto così bello, non ci parliamo tanto spesso e se lo facciamo è solo per il permesso di uscire, che di solito non mi date. Poi vi lamentate perché ’faccio forca…’. In realtà preferisco più stare fuori che dentro casa. Mamma, non conosci i miei gusti! Papà, ti ricordi esattamente quanti anni ho? La maggior parte delle volte non mi sento capito e spesso litighiamo per ragioni stupide. Ho l’impressione che non riuscirete mai a vedere le cose dal mio punto di vista, siete troppo convinti di aver ragione; e quando poi lo faccio io vi chiedete da chi ho preso. Vorrei tanto riavere quel rapporto che avevamo prima, quando stavamo sempre insieme, quando guardavamo i cartoni o passavamo un sacco di tempo a giocare. Capita che siate un po’ più buoni con me, ma poi non siete con me. E’ possibile che abbiate sempre da lavorare? Riusciamo a vederci solo sabato e domenica, ma alla fine sono sempre nella mia stanza, quindi è come non vedervi. Tanto non ho niente di particolare da dirvi. E’ vero, a volte mi chiedete di trascorrere più tempo insieme, ma non ci riesco; per qualche motivo preferisco stare con i miei amici che con voi.

Avete così tante aspettative, che dopo un po’ questa cosa inizia ad essere stressante e demoralizzante, perché pensate davvero troppo in grande e non si riesce ad arrivare a quelle altezze. Sembra che quando litigate ci sia sempre di mezzo il mio nome, come se io fossi la causa di tutti i problemi; sembra che mi basterebbe andarmene per rendervi più felici. Da un po’ non mi chiedete come sto, mi dite solo che se studio di più posso ottenere di più, non siete mai contenti dei miei risultati; poi mi fate notare quanto spendete per me e io mi sento male... Se contate anche le mie altre attività, lo stress è fortissimo, è sempre più difficile e insopportabile. Mi pare che proprio quando voglio rilassarmi voi mi troviate qualcosa da fare: ’Almeno apparecchia la tavola!’, ’La tua stanza è un macello!’, ’Non fai mai niente in casa!’, ’Stai tutto il giorno su quel cellulare, il tuo cervello è fuso!’.

E poi siete furbi. Chiedo a mamma di giocare con il tablet e lei me lo dà, ma poi arriva papà e me lo toglie. Oppure mi promettete una paghetta più generosa se esco a comprare quella cosa, e poi ve ne dimenticate. O fate solo finta? E poi, vi prego, non pretendete che io sia sempre pronto a rispondere alle vostre telefonate, perché a volte non le sento. Ma i vostri genitori come facevano con voi quando non c’erano i cellulari?.