La chiesa di Prato inizia il nuovo cammino: "Diamo un volto accogliente alla comunità"

Domani in San Domenico (dopo il rinvio) il Convegno pastorale diocesano. Pronta una proposta di impegni: "Stiamo dentro al nostro tempo"

Il vescovo Giovanni Nerbini durante l’ostensione dell’8 settembre

Il vescovo Giovanni Nerbini durante l’ostensione dell’8 settembre

Prato, 26 settembre 2022 - Dare un volto nuovo e più accogliente alle comunità ecclesiali di Prato. Il vescovo Giovanni Nerbini vede questa prospettiva nel convocare per domani il Convegno pastorale diocesano (inizialmente previsto per il 20 e il 21 settembre) alle 21 nella chiesa di San Domenico, dove pochi giorni fa si è svolta la veglia di preghiera per invocare la pace in Ucraina. L’appuntamento segna l’inizio delle attività della Chiesa di Prato e si radica in quel ‘Cammino sinodale’, avviato lo scorso anno, che punta a recepire in profondità l’esortazione apostolica di Papa Francesco ‘Evangelii Gaudium’. Al convegno, è stato annunciato, verrà presentata una proposta di impegni pastorali ispirati agli spunti emersi durante il Cammino sinodale compiuto a Prato. Poi ci sarà la consegna delle nuove schede bibliche preparate da don Gianni Gualtieri, biblista e parroco dei Santi Martiri.

Ma su quali coordinate si colloca il convegno? Innanzitutto dentro il nostro tempo. La città non è fuori dalla storia, ma vive nel tempo della pandemia, della guerra in Ucraina, della speculazione che suscita almeno in parte la crisi energetica. E’ utile ripercorrere eventi e parole in questa stagione della e nella diocesi. Nei giorni scorsi Nerbini è intervenuto su diversi temi, prendendo spunto dall’avvio dell’anno scolastico e dalle elezioni. Non c’è, evidentemente, una correlazione in sè, ma rimane l’orizzonte missionario anche di fronte ai "gravi ’fallimenti’ registrati in questi decenni a tutti i livelli, nazionale e sovranazionale, e in tutti gli ambiti, economico e sociale". Non sono stati individuati percorsi significativi e condivisi per la loro soluzione e forse questo spiega il consenso del 40% al "partito delle astensioni", comprensivo di molti giovani. Si potrebbe dire: così giovani, già delusi e facili ad essere irretiti dalla noia loro malgrado. Ma c’è anche un tema non secondario: il risentimento, magari di chi si è impegnato in politica vedendo considerato infruttuoso il proprio lavoro e deluse le aspettative. Ma abbandonare il campo è peggio. Se la protesta è legittima, l’indifferenza no.

Tre emergenze sono individuate da Nerbini. Lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e l’inquinamento causa dei cambiamenti climatici; la crescita delle povertà a livello mondiale; il riaccendersi di un altro conflitto in Europa mentre cresce il commercio delle armi. E Prato? Non solo qui è importante mettere al centro il lavoro e la sua qualità. Anche sotto questo profilo, ma non solo, ci si può misurare con la presenza della comunità cinese, in cui ci sono almeno un centinaio di cattolici. Forse valgono non solo per gli studenti le parole che Nerbini ha rivolto loro. Parafrasandolo: si buttano via i diamanti dei propri anni, come se fossero sassi da lanciare per prendere piccole prede. Ribaltare il punto di vista può rigenerare energie. Per i ragazzi che frequentano la scuola nelle missioni del Burkina Faso lo studio è occasione di festa, crescita e incontro, non di noia. Con queste chiavi la fecondità richiamata dalla Sacra Cintola assume un senso profondo e vivo. Magari con l’aiuto delle testimonianze di Cesare Guasti e del santo tabaccaio Renzo Buricchi.