Centro migranti, nuovo no: "Prato non è un’opzione"

L’ex assessore Milone: "Sarebbe pura follia pensare alla nostra provincia. Qui già tanti stranieri, non possiamo diventare il campo profughi d’Italia".

Il Cpr a Prato non si può fare. Anche l’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone (Prato libera e sicura), che dovrebbe sciogliere la riserva sulla candidatura a sindaco per il 2024 nelle prossime settimane, si iscrive al partito del "no" al centro di accoglienza e rimpatrio in provincia. L’ipotesi non sembra veramente sul tavolo, ma visto che qualche spiffero c’è ed i timori di una sopresa pure, anche Milone sottolinea che Prato non può essere un’opzione, così come il sindaco, la parlamentare Mazzetti e il capogruppo della Lega Spada. Un arco politico bipartisan.

"Sarebbe pura follia pensare a Prato come opzione per un Cpr – sottolinea Milone – come del resto lo è l’ipotesi della tendopoli prospettata dal Prefetto per ospitare altri migranti. Non è una questione di essere accoglienti o meno, però Prato, forse lo ignorano in tanti, è la città con il maggior numero di immigrati, 24%, presenti sul territorio. Una percentuale che la pone al primo posto in Italia e anche tra le prime in Europa in rapporto al numero di abitanti, senza ovviamente considerare i clandestini presenti in città". Anche per questo, secondo Milone, "è assolutamente da escludere la presenza di un Cpr, come pure di una tendopoli per accogliere altri migranti. Visto che Meloni ha detto all’assemblea dell’Onu che l’ Italia non diventerà il campo profughi dell’Unione europea, io voglio utilizzare la stessa espressione per gridare che Prato non deve diventare il campo profughi dell’Italia. Questa città sta sopportando già tanti disagi e problemi inerenti la sicurezza, per non dimenticare che c’è un distretto ’parallelo’, composto da aziende cinesi, che è diventato l’emblema dell’ illegalità economica. È inoltre ai primi posti nella classifica nazionale del riciclaggio del denaro sporco. Potrei citare tanti altri problemi che attanagliano la città in virtù di questa grande percentuale di extracomunitari regolari ma soprattutto clandestini. Pertanto mi auguro che anche i nostri rappresentanti parlamentari si adoperino per scongiurare questo pericolo".