Caos bonus, l’edilizia ferma al palo "Senza liquidità cantieri a rischio"

L’allarme lanciato ai parlamentari pratesi da Cna Toscana Centro sul futuro del settore costruzioni. Bettazzi: "Il blocco del sistema delle cessioni del credito sta mettendo in ginocchio molte imprese"

Migration

Il blocco del sistema di cessioni del credito nell’ambito delle ristrutturazioni edilizie, introdotto dal governo per porre un freno a speculazioni e tentativi di truffe ai danni dello Stato, sta mettendo in ginocchio il settore, creando problemi di liquidità anche a tutte quelle aziende sane che rispettano le regole. A lanciare l’allarme sul futuro del settore costruzioni è il presidente di Cna Toscana Centro, Claudio Bettazzi, che si appella a tutti i parlamentari di Prato e Pistoia per "portare il governo a rivedere l’intero impianto del sistema bonus che sta mostrando tutte le sue pecche".

Il sondaggio lanciato dall’associazione di categoria fra 150 imprese del settore (nel dettaglio il 42% si occupa di edilizia, il 53% di impiantistica e il 5% sono serramentisti) racconta di una valanga di fondi bloccati all’interno dei cassetti fiscali. La cifra arriva addirittura a toccare quota 34 milioni di euro, per un totale di 1254 pratiche bloccate. I problemi non sono inerenti solo al superbonus al 110%, ma riguardando pure ecobonus, bonus casa e bonus facciate. Per l’87,5% delle imprese intervistate, la situazione di blocco sui bonus fiscali, causata dagli interventi del governo, sta arrecando pesantissimi danni alla liquidità aziendale, ai contratti in essere e a quelli in divenire, comportando enormi difficoltà anche ai committenti che lavorano nel rispetto di tutte le regole e delle normative previste.

"Se dopo la faticosa uscita dalla pandemia sembrava che ci fossero le premesse per far ripartire tutta la filiera della casa – sottolinea Bettazzi -, oggi invece lo spettro della mancanza di liquidità generata dal blocco della cessione dei crediti sta facendo chiudere i cantieri e riproponendo una crisi che le imprese non si possono permettere. Una situazione che dobbiamo evitare". Come raccontato da Cna Toscana Centro, la priorità attuale delle imprese artigiane e delle Pmi è quella di recuperare i crediti concessi ai clienti per avviare i lavori, e che ora rischiano di non rivedere più. "Ci sono aziende che hanno applicato lo sconto in fattura e che ora non sanno dove andare a cedere quei crediti – aggiunge Bettazzi -. Queste imprese rischiano di essere l’anello debole della catena, restando col cerino in mano. Bisognerebbe consentire nuove cessioni fin da subito".

Gli interventi del governo hanno portato a una serie di reazioni a catena. Le banche hanno chiuso i cordoni della borsa, e le imprese si sono ritrovate senza liquidità, né istituti a cui cedere i crediti dei clienti. "Tra il 2021 e questi primi mesi del 2022 le aziende hanno recuperato terreno e lavoro, arrivando a raddoppiare se non a triplicare il fatturato – continua Bettazzi -. Ma al tempo stesso hanno aumentato i crediti e diminuito la liquidità. Quest’anno pagheranno tasse per ricavi 2021 che non hanno ancora percepito, e senza potere contare sulla disponibilità finanziaria. Ed è questa mancanza che compromette la possibilità di lavorare e sta fermando l’attività dei cantieri. Se a questo poi si aggiungono le lungaggini burocratiche che vengono poste dalle banche stesse si comprende bene come l’edilizia si trovi di fronte ad ostacoli quasi insormontabili".

Cna ha però delle proposte da avanzare ai parlamentari del territorio. "E’ urgente identificare un sistema per riattivare le cessioni o si rischia la chiusura di migliaia di attività e la recessione del Paese – conclude Bettazzi -. Inoltre bisogna consentire di effettuare i lavori legati ai bonus su tempi più lunghi in modo tale da poter eseguire correttamente i lavori programmati, cosa impossibile allo stato attuale viste le difficoltà di reperimento dei materiali legati anche al conflitto in Ucraina".

Stefano De Biase