SILVIA BINI
Cronaca

Prato, le bollette superano i fatturati. "Razionamento? Si torna indietro di 50 anni"

Ma la tessitura con l’impianto fotovoltaico sul tetto va in controtendenza: la fattura energetica è più leggera del 30% rispetto a un anno fa

Prato, le bollette superano i fatturati. "Razionamento? Si torna indietro di 50 anni"

Prato, 26 agosto 2022 - "Sono 70 anni che lavoro in fabbrica e una situazione del genere non l’avevo mai vista". Ivo Vignali, imprenditore di lungo corso, è esterrefatto. I costi di energia, gas e depurazione sono decuplicati nel giro di appena nove mesi. Una situazione che non lascia speranze al comparto manifatturiero. "Quando le bollette superano i fatturati è facile comprendere il destino delle imprese". Vignali snocciola numeri. "Pagavo il gas 0,20 centesimi il metro cubo e avevo bollette mensili di 110.000 euro. Ora il gas costa oltre due euro: facile e allo stesso tempo drammatico fare un calcolo". Vale lo stesso per la depurazione delle acque di scarico passata da 0,68 centesimi a due euro al metro cubo: una rifinizione pratese di medie dimensioni scarica circa 320.000 metri cubi di acqua all’anno. E i costi triplicano. Infine l’energia elettrica sestuplicata a sua volta.

"In questa situazione crollerà il lavoro, non possiamo più essere competitivi", aggiunge l’imprenditore. "Sono seriamente preoccupato, non tanto per me che a 82 anni ho fatto la mia vita, ma per il distretto che non può reggere a ritmi simili". La ripresa, che fino a qualche mese fa faceva ben sperare, è totalmente annullata dagli effetti del caro energia. "Il settore dell’arredamento negli ultimi mesi ha retto bene, ma gli ordini stanno già subendo una frenata. Non so davvero come faremo", aggiunge Vignali. Preoccupazioni condivise dagli altri imprenditori. Che l’autunno sarebbe stato a tinte fosche si era iniziato a capire già prima dell’estate, ma con settembre alle porte il caro energia è tornato un tormentone prepotente. Definito da Confindustria la nuova pandemia, sta gettando ombre sempre più cupe sul distretto. Anche perché finora le imprese si sono difese applicando il ticket energetico e grazie ai contratti a prezzi bloccati. Ma ora ci sono i i contratti in scadenza e il ticket da 0,90 centesimi applicato finora non è più sufficiente a coprire gli abnormi costi di produzione.

"Se dovessimo essere costretti al razionamento dell’energia sarebbe un problema enorme", aggiunge Raffaella Pinori di Pinori Filati. "È speculazione quello che ci sta mettendo in ginocchio, l’Italia è un paese manifatturiero e abbiamo costi per l’energia elettrica non domestica fra i più alti d’Europa. Come essere competitivi?". Si è difeso dal caro energia Andrea Borelli, imprenditore di Montemurlo, installando un impianto fotovoltaico sul tetto della sua Tessitura Italia. Un investimento realizzato di tasca propria, con grande sacrificio, che gli ha permesso di restare aperto nel mese di agosto: "La Tessitura Italia è andata in autoproduzione grazie all’impianto. I telai consumano circa 95 kilowattora, che nelle ore più calde della giornata sono completamente forniti dai pannelli solari", dice.

"Ho potuto tenere aperta la tessitura grazie all’energia solare, mentre le altre mie due aziende sono rimaste chiuse, non ci sarebbe stato margine di guadagno con i prezzi attuali dell’energia". Borelli insiste sulla necessità di incentivi per l’installazione di impianti green: "Non ho avuto nessun aiuto né finanziamenti né agevolazioni dagli istituti di credito. Eppure accelerare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili sarebbe la svolta. A Montemurlo ci sono migliaia di metri quadrati di tetti da coprire". L’effetto è sorprendente visti i tempi che corrono: a luglio (primo mese di utilizzo dell’impianto fotovoltaico) la bolletta dell’energia della Tessitura Italia è arrivata più leggera del 30% rispetto a un anno fa.