A Roma, a bussare alla porta del del governo, con la forza di una città unita. È questo lo scopo dell’ultima riunione del Tavolo del distretto. La volontà è quella di trasformare in realtà la richiesta del procuratore Tescaroli che ha lanciato un allarme concreto sulla presenza di infiltrazioni mafiose in città ribadendo la necessità di strumenti di contrasto. E quindi di rafforzare gli organici delle forze dell’ordine e accogliere la proposta della sindaca Bugetti di affiancare in modo sistematico gli ispettori del lavoro agli ispettori Asl nei controlli alle imprese cinesi del progetto Lavoro sicuro finanziato da Comune e Regione. Ora che l’asticella dell’attenzione si è alzata, Prato torna con forza battere alla porta del governo. E lo fa in modo unitario..
Le richieste sono tanto semplici quanto efficaci: più ispettori del lavoro su Prato per affiancare gli ispettori Asl e la polizia municipale nei controlli a tappeto nelle aziende a conduzione cinese del piano Lavoro sicuro che lo scorso settembre ha compiuto dieci anni e attivato subito dopo il terrificante rogo all’interno della confezione Teresa Moda che nel 2013 costò la vita a sette operai cinesi. La proposta al governo da parte della sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, approda quindi al tavolo del distretto che da oggi lavorerà a un documento condiviso da presentare al ministero del Lavoro e ai parlamentari del territorio.
La piaga dello sfruttamento è una sfida difficile da vincere perché le attuali armi a disposizione sono spuntate a causa di risorse ridotte all’osso e una normativa complessa che non penalizza quanto dovrebbe chi pensa di potersi arricchire mal pagando e costringendo a turni massacranti i lavoratori.
I numeri ne danno la misura: gli ispettori tra ordinari e tecnici effettivamente operativi a Prato sono 22. Nella stessa condizione sono gli uffici dell’Inps e dell’Inail che hanno effettivamente operativi solo 3 ispettori a fronte di 29.157 (dati 2023) imprese attive, di cui circa 4000 a conduzione cinese.
La proposta della sindaca Bugetti punta a rafforzare gli organici dell’Ispettorato del lavoro in modo da poter effettuare sistematicamente un affiancamento ai colleghi Asl nella pianificazione quotidiana prevista in questa fase di controlli. Stiamo parlando di circa 750 blitz in un anno nella sola area pratese. Significa due-tre al giorno per portare avanti i quali sono necessarie braccia e forze nuove. Un impegno che non può essere rispettato dalle forze attuali che affiancano questi controlli solo sporadicamente.
"Abbiamo avuto dei segnali di apertura da Roma rispetto alla nostra proposta. Ci auguriamo che si trasformino in fatti concreti – afferma la sindaca Ilaria Bugetti –. E’ importante che i nuovi ispettori siano inseriti in un progetto specifico che li leghi al territorio in modo da dare continuità al lavoro da portare avanti. I controlli sono a tutela delle imprese sane, che investono e considerano la forza lavoro un valore aggiunto. Prato deve proteggere la storia, la qualità e le capacità che hanno reso il distretto una realtà di primo piano a livello internazionale. Su questo siamo tutti d’accordo ed è per me molto importante che il tavolo del distretto abbia deciso di confrontarsi e lavorare sulla mia proposta per arrivare a un documento condiviso".
Un tema di cui si torna a parlare con forza, ma che non è certo nuovo come ricorda il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci. "Sino ad oggi abbiamo assistito ad una responsabilità storica della sinistra, che ha quantomeno ignorato questo fenomeno sul territorio, atteggiamento che ha contribuito all’espandersi di un sistema economico che ha arricchito pochi ed ha permesso si mantenesse un clima di indifferenza in gran parte della città", dice. "Chi doveva intervenire su questo fenomeno ha sempre conosciuto la situazione. Con un ritardo imperdonabile, pare ora che anche il centrosinistra, si sia reso conto della gravità della situazione, davanti al cortocircuito multietnico che ha definitivamente rotto il tetto di cristallo. Anche la presenza nella scorsa legislatura di due consiglieri comunali di origine cinese, eletti nelle fila del centrosinistra, non ha in alcun modo inciso sui temi di cui oggi si dibatte, dimostrando che fu l’ennesima iniziativa politica spot. La reputazione di Prato si difende chiedendo e lavorando per una risposta concreta all’esigenza di legalità, argomento su cui vi è la massima collaborazione da parte degli eletti toscani in parlamento di Fratelli d’Italia. Se non teniamo alta l’asticella sui fenomeni dell’illegalità economica, questi rischiano di diventare un modello ancora più diffuso che cannibalizza l’economia sana. Proprio per tenere vivo il dibattito FdI si farà promotore di un’interpellanza sul tema nei consigli comunali della provincia".
Silvia Bini