
Silvano Gelli, già sindaco di Poggio a Caiano, insegnante in pensione e baccheretano d’adozione. Autore del libro con Salvatore Gioitta, architetto e insegnante
Bacchereto, una storia millenaria di arte e di civiltà in gran parte a lungo dimenticata. Una storia che grazie al certosino lavoro di due cultori del territorio è riepilogata in un libro, che sarà presentato domenica alle 16 in piazza Giuseppe Verdi a Bacchereto, davanti alla comunità del paese. Gli studi e il popolo: Bacchereto, storia millenaria di una comunità è il titolo. Gli autori sono Silvano Gelli, già sindaco di Poggio a Caiano, insegnante in pensione e baccheretano d’adozione, e Salvatore Gioitta, architetto e insegnante: due storici per passione, due custodi di memorie, due ricercatori instancabili di tracce del passato. I libri parlano, restano, e questo riassume, in sette capitoli, oltre cento paragrafi e sei appendici, la storia che inizia dalla presenza degli Etruschi e dei Romani e si snoda nei secoli a partire dai primi documenti, come il riconoscimento della Pieve di Santa Maria nel 1219 e del Comune di Bacchereto nel 1221. Ripercorre le antiche attività legate alle ceramiche, cancellate per secoli dalla storia dell’arte, e soprattutto il rapporto di Leonardo da Vinci e della sua famiglia con Bacchereto. "Il volume di Gelli e Gioitta introduce in questa dimensione del perduto e della riscoperta. Tende a ricomporre cronologicamente la complessità di un mosaico di vita sociale, laica e religiosa, dal mondo rurale alle fornaci della ceramica", scrive nella prefazione al libro il critico d’arte Alessandro Vezzosi, direttore dell’Associazione Leonardo Da Vinci Heritage e del genio di Vinci tra i maggiori studiosi.
"Il rapporto di Leonardo da Vinci e della sua famiglia con Bacchereto è un elemento di notevole interesse internazionale, ma a lungo ignorato e tutt’ora trascurato nella sua bibliografia, per quanto recentemente dimostrato con nuovi documenti", aggiunge Vezzosi. I nonni di Leonardo erano Lucia di ser Piero di Zoso e Antonio Da Vinci. Gli Zoso erano notai e proprietari di una "casa da signore", di terreni agricoli e di una "casa con fornace da orciuoli (...) luogo detto la Croce a Toia", appunto a Bacchereto, che ser Piero, padre di Leonardo, acquisì nel 1482 da un prozio di Leonardo. Nel XVI secolo la casa di Toia passò in eredità a una nipote di Leonardo, Violante, figlia del fratellastro ser Giuliano. In un promemoria databile 1478, Leonardo menziona Bacchereto ed è la sua prima citazione del Montalbano, ancor prima di Vinci: "Francesco d’Antonio in Firenze e compa in Bachereto(…)". Quasi certamente Leonardo iniziò qui la sua esperienza artistica con la terracotta. "Ma oggi la casa che fu anche dei Da Vinci a Toia sta franando e si dovrebbe salvare", sottolinea Vezzosi.
Non solo Leonardo e le ceramiche nella storia millenaria di Bacchereto. Il volume di Gelli e Gioitta edito da Pentalinea ripercorre le vicende delle guerre, gli assetti amministrativi, la vita quotidiana, le tradizioni; descrive l’agricoltura, le architetture rurali e le ville (dai Medici ai Rothschild, ai Contini Bonacossi); la povertà, l’istruzione e la demografia; il paesaggio e le sue trasformazioni. E si chiude con un appendice di estremo interesse sui toponimi, dai poderi, ai mulini e ai corsi d’acqua. Perché oltre ai libri, parlano anche i luoghi, purché se ne conservino le memorie, come gli autori di questo libro hanno inteso fare. Il volume è stato realizzato in collaborazione con la Polisportiva di Bacchereto, che ha sostenuto le spese di stampa. Perché la storia è comunità.
Anna Beltrame