Ragazzi, che strazio! Sugli autobus strapieni il viaggio è penitenza

Caos autobus. In nostro viaggio a bordo (in apnea) insieme agli studenti

Autobus (foto repertorio)

Autobus (foto repertorio)

Prato 16 novembhre 2018 - Ore 14.10 in punto: si aprono le porte dell’autobus che porta a Montemurlo e fra gli studenti appena usciti dal polo di via Reggiana scatta la caccia al posto a sedere. Una sfida anche d’astuzia, dove il premio in palio è quello di evitare di stare in piedi per tutta la durata del viaggio che fra traffico, semafori, rotonde e fermate può durare anche 40 minuti. Dopo le polemiche sulla qualità del servizio, ieri pomeriggio anche noi abbiamo deciso di salire sui bus del trasporto scolastico assieme agli studenti. E in effetti, se con la petizione sono state raccolte seimila firme una ragione c’è. In ognuno dei mezzi diretti fra Montemurlo, Val Bisenzio, comuni medicei e Firenze non ci sono abbastanza posti a sedere per garantire un viaggio comodo a tutti gli studenti.

Su quello diretto verso Montemurlo, in particolare, si fa fatica anche a raggiungere la macchinetta per obliterare il biglietto o l’abbonamento. Gli studenti sull’autobus sono circa il doppio rispetto ai posti a sedere. Senza considerare la presenza degli zaini che di fatto riduce sensibilmente la possibilità di spostarsi lungo il mezzo. «Servirebbe qualche corsa in più sia al mattino che al pomeriggio – commenta Cristian Muca, studente del Datini – Per andare verso Carmignano si fa fatica a trovare posti a sedere. E il viaggio non è affatto comodo. Se succede una volta ogni tanto non è un problema, ma doverci convivere tutti i giorni diventa pesante». Per trovare un sediolino libero bisogna ingegnarsi. E c’è chi, come Martina Limberti, preferisce farsi due chilometri a piedi per evitare di non trovare posto durante il viaggio in autobus verso la vallata. «Potrei prendere il mezzo davanti alla mia scuola, al Rodari – racconta – Ma quando il bus arriva in via Dossetti è già strapieno, i posti a sedere sono tutti occupati e a volte si fa fatica anche a salire. Quindi ho chiesto un permesso per uscire prima di classe, mi faccio due chilometri a piedi per arrivare al polo scolastico di via Reggiana e salgo appena arriva l’autobus, così da potere viaggiare seduta».

Una situazione paradossale. La sensazione fra gli studenti è duplice: da un lato c’è chi è rassegnato a viaggiare in piedi e dall’altro chi le prova tutte pur di sedersi. In quest’ultima categoria rientra pure Niccolò Fissi, che esce dieci minuti prima dal Keynes per arrivare per tempo al terminal del bus in via Reggiana. «Per trovare posto bisogna essere fortunati – dice – Se uscissi insieme a tutti gli altri studenti sarebbe quasi impossibile sedersi sul bus. Quindi ho chiesto, come altri compagni, di potermi un minimo anticipare. Purtroppo non ci sono alternative». Otmane El Haouari fa invece il punto sul servizio di trasporto che collega con Poggio a Caiano.

«Si sta in piedi almeno per la metà del tragitto – spiega – Diciamo che il bus comincia a svuotarsi quando arriviamo alle Fontanelle. Ma a quel punto non manca molto all’arrivo. I mezzi di solito sono due, ma uno è più piccolo e non basta per contenerci tutti». Un’ulteriore conferma dei problemi viene data anche da Leonardo Lerose. «Quello che lascia perplessi – conclude – è il fatto che paghiamo un abbonamento per viaggiare in piedi e stare stretti. Il servizio andrebbe potenziato e migliorato».