"Assunzioni, più letti e dimissioni rapide" Cura d’emergenza per il pronto soccorso

Intervista a Morello (dg Asl) dopo il record di pazienti in barella degli ultimi giorni: "Presa in carico immediata dei più anziani"

Un piano di intervento straordinario per evitare il collasso del Santo Stefano. Dopo i record negativi messi a segno negli ultimi giorni dal pronto soccorso, che ha raggiunto il picco di 80 pazienti rimasti in barella per oltre 48 ore in attesa che si liberassero posti nei raparti, la direzione generale dell’Asl insieme alla Regione Toscana ha messo a punto una prima riorganizzazione della struttura ospedaliera in costante affanno. Alla riunione con il direttore generale dell’Asl Toscana Centro, Paolo Marchese Morello, erano presenti i direttori di Dipartimento specialistiche Giancarlo Landini, del dipartimento infermieristico e ostetrico Paolo Zoppi, della medicina d’urgenza Simone Magazzini e della rete ospedaliera Lucilla Di Renzo. All’incontro è seguito ieri un sopralluogo in ospedale con il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco Matteo Biffoni.

Direttore Morello, dopo il caos al pronto soccorso è stato necessario convocare una riunione d’urgenza. Significa che la situazione è grave?

"L’incontro è stato organizzato per approfondire le cause del sovraffollamento e per identificare immediati correttivi. La considerazione di partenza è che gli spazi del Dipartimento di emergenza accettazione non permettono più di svolgere contestualmente attività di pronto soccorso, attività di filtro per i pazienti Covid e attività di gestione dell’attesa del posto letto per le persone destinate al ricovero, che a volte arriva a superare le 24-48 ore e interessa un numero piuttosto rilevante di pazienti".

Quali sono le soluzioni che saranno attuate?

"Abbiamo deciso di riaprire 22 dei 100 letti chiusi per le ferie estive del personale, ma anche di assumere nuovo personale a tempo indeterminato tra medici e infermieri seppur non ancora quantificato. La Regione ha dato il via libera. I 22 letti di medicina che saranno riaperti a breve si aggiungono ai 24 già tolti a chirurgia e saranno destinati a ospitare i pazienti valutati dal pronto soccorso e in attesa di ricovero".

I problemi di congestione del pronto soccorso sono legati anche alle dimissioni-lumaca nei reparti?

"Potenzieremo la Medicina interna con l’invio a Prato del direttore del dipartimento delle specialistiche mediche, Giancarlo Landini, per velocizzare le dimissioni dei pazienti e supportare il servizio di presa in carico precoce post valutazione in pronto soccorso. La presenza del dottor Landini al Santo Stefano servirà in particolare per attuare dimissioni ospedaliere sette giorni su sette. Inoltre sarà potenziato il rapporto con Geriatria per una presa in carico immediata dei pazienti più anziani che presentano problemi legati all’ondata di calore o disturbi minori a cui seguirà il ritorno al domicilio con prescrizione dettagliata e il supporto degli infermieri di comunità. La dottoressa Donatella Calvani, primario di Geriatria, ha già dato la piena disponibilità".

Quali sono le principali cause che hanno determinato il congestionamento della struttura in questi ultimi giorni?

"Gli effetti dell’ondata di caldo, la presenza in ospedale di almeno 40 ricoveri Covid e la rimodulazione dell’attività dell’ospedale per garantire le ferie hanno incrementato il numero di ricoveri e limitato il numero di letti disponibili ogni giorno. Il bilancio finale è stato il progressivo accumularsi di pazienti che i medici della medicina interna devono gestire negli spazi del pronto soccorso per mancanza di posti letto in reparto. Questi colleghi svolgono un grande lavoro e si adoperano per garantire la migliore assistenza ai pazienti, ma le condizioni in cui questo lavoro si svolge non sono più sostenibili".

Significa che l’ospedale di Prato è sottodimensionato?

"Purtroppo quando il numero complessivo delle persone in attesa di ricovero supera le 60-70 unità, le condizioni di lavoro per gli operatori e il comfort per i pazienti peggiorano progressivamente e i numeri attuali sono molto più alti. Per questi motivi dobbiamo recuperare spazi fuori dal pronto soccorso per i pazienti che hanno completato i controlli e migliorare i percorsi interni e territoriali per la gestione dei malati".

Quali gli interventi a breve e lungo termine perché situazioni simili non si ripetano?

"È stato approvato un piano di rimodulazione degli spazi interni dell’ospedale per permettere di spostare l’area di attesa di ricovero gestita dalla Medicina Interna in un altra area dell’ospedale in modo da alleggerire gli spazi del pronto soccorso di oltre 40 letti. Questo comporterà l’assunzione di alcuni medici e alcuni spostamenti di attività interne, ma dovrebbe alleggerire in maniera significativa l’affollamento dei locali al piano terra".

Esiste la possibilità di bloccare l’ingresso delle ambulanze visto l’alto afflusso di pazienti?

"La disponibilità limitata di posti letto è al limite un po’ ovunque. Questo rende molto debole la possibilità di ridistribuire altrove i flussi delle ambulanze".

Silvia Bini