Prato, un lungo affresco murale al Cassero medievale con la mostra ‘Fauna’

Fino al 26 maggio a ingresso libero, lo stile richiama a prima vista i graffiti rupestri in uno spazio che diventa allegoria del rapporto tra la nostra civiltà contemporanea e l’ecosistema

Carlo Romiti

Carlo Romiti

Prato, 24 marzo 2024 - Al Cassero medievale di Prato è stata inaugurata ‘Fauna’, la personale del pittore Carlo Romiti, visitabile ad accesso gratuito fino al 26 maggio (dal giovedì alla domenica, dalle 16 alle 20). Un lungo affresco murale con grandi tele orizzontali dipinte che ritraggono figure animali e umane, con uno stile che richiama a prima vista i graffiti rupestri, realizzati con pigmenti naturali ottenuti macinando le terre e trasformandole in colore. Le tele sono esposte in modo che la luce naturale le illumini e consenta una differente fruizione dell’opera a seconda dell’ora della giornata. Con Fauna, Romiti porta dentro il Cassero, luogo simbolo di ordine e potere, la sua cosmogonia di animali allo stato brado: cavalli, cervi, cani, cinghiali – e qualche sparuto essere umano – popolano questo spazio che diventa allegoria del rapporto tra la nostra civiltà contemporanea e l’ecosistema del quale noi stessi facciamo parte. Fauna si presenta, all’interno del Cassero, come un lungo affresco murale, con diciassette tele di tre metri di larghezza, in sequenza: quasi un immenso arazzo di Bayeux che celebra il trionfo dell’indomabilità della natura e che richiama, all’occhio del profano, la pittura rupestre, ma che è figlia di attenti studi anatomici, restituiti qui da Romiti in un’astrazione irruente. La pittura su tela è realizzata con pigmenti naturali, ottenuti macinando le terre delle campagne tra San Gimignano e Volterra, dove Romiti vive, terre trasformate in colore con gli stessi metodi naturali del Trattato della pittura di Cennino Cennini. Le tele sono esposte in modo che la luce naturale le illumini e consenta una differente fruizione dell’opera a seconda dell’ora della giornata. Al centro del Cassero, anche un’installazione con le terre usate da Romiti per dipingere e rami “incisi” dal passaggio dei cinghiali, come se la struttura medievale stessa fosse un luogo di transito degli animali raffigurati alle pareti. Entrando nel Cassero di Prato, il percorso di Fauna, quasi una “caverna” platoniana in senso inverso, porta lo spettatore a scoprire la verità che si cela nella parte più profonda e buia del sé: contemplando nitriti di cavallo e cinghiali inferociti, teste di toro in torsione e volti umani spauriti, può sentirsi parte del respiro di un’unica immensa fauna. “Fauna è una sorta di grande bestiario, ma anche una metafora della vita e di quello di cui forse abbiamo più bisogno” spiega Carlo Romiti. “Viviamo infatti in un mondo di consumismo esasperato e di iperconnessione, ma forse oggi qualcosa è andato perso. Gli animali, la terra, la vita all’aria aperta, ci permettono di riscoprire la nostra essenza più vera e più profonda; e la verità è la cosa più preziosa che abbiamo”. La mostra è introdotta da un breve testo dello scrittore Enzo Fileno Carabba.