
A digiuno dai social "Con attività alternative i telefonini si dimenticano"
Durante i centri estivi è vietato l’uso dei social, ma nessuno ne sente la mancanza. Elena Rosi, coordinatrice dei centri estivi del Cgfs, ogni anno frequentati da oltre 3000 tra bambini e ragazzi, grazie alla sua esperienza a contatto con adolescenti che segue nelle attività del Centro di formazione sportiva conosce bene l’importanza di un uso moderato dei social.
"Ai centri estivi, anche se non sono scuola, è una nostra politica quella di non far utilizzare i telefonini ai partecipanti nemmeno nei momenti di relax - spiega -. Se c’è necessità di contattare la famiglia ovviamente ci sono gli educatori e quindi non c’è alcun problema, di fatto il telefono perde la sua funzione e non serve". Quello che sorprende è il fatto che nessun adolescente si sia mai lamentato: "Non lo leggono come un divieto perché durante la giornata al centro estivo proponiamo talmente tante attività che non c’è il tempo per stare incollati allo schermo come invece accade quando i bambini e i ragazzi non sono sollecitati", dice la coordinatrice. Era stato il vescovo Nerbini a lanciare l’invito agli adulti, alla società, chiedendo di interrogarsi su un fenomeno che non può più essere trascurato anche alla luce della recente decisione del Surgeon General (la massima istituzione medica statunitense) di aggiungere l’uso costante di Facebook, Instagram e TikTok al fumo, alla guida in stato di ubriachezza e all’obesità nella lista dei gravi pericoli per la salute e la sicurezza, soprattutto dei giovani.
"I ragazzi che partecipano alle attività sono tranquilli anche perché vengono continuamente sollecitati con nuove esperienze: è come se dimenticassero che esiste il cellulare perché occupati a fare altro - aggiunge Rosi -. In tanti anni di esperienza abbiamo sempre avuto risposte positive alla scelta di vietare i cellulari durante i centri estivi e questo ci dà la certezza che è la scelta giusta".
Silvia Bini