Ciclismo, una serata con i campioni. Bitossi, la famiglia Mori e Francioni

"Un tempo c'era affetto, ora è tutto diverso" dice Bitossi

Franco Bitossi, in carriera ha ottenuto 173 vittorie

Franco Bitossi, in carriera ha ottenuto 173 vittorie

San Miniato, 1 agosto 2019 - Il ciclismo è abituato a ritrovarsi in serate con i campioni del passato e gli addetti ai lavori. Da queste parti l’ultima serata presso il Circolo Arci a Catena di San Miniato in occasione della manifestazione “Catena in ……Pizza” con un dibattito organizzato dallo stesso Circolo Arci e dal Gruppo Polisportivo Catenese.

Ospite della bella serata Franco Bitossi, un grande campione del pedale con 173 vittorie in carriera e popolare per il suo cuore ballerino tanto da essere chiamato “Cuore Matto”. Al completo anche la famiglia Mori che giocava in casa essendo di Molino d’Egola, con il capostipite Primo e i figli Massimiliano (attuale procuratore nel ciclismo) e Manuele che invece continua a correre nei professionisti e questa in corsa è la sedicesima stagione.

“Può darsi che sia anche l’ultima – dice il pisano – la decisione ancora non c’è vediamo da qui alla fine del 2019”. C’era anche un altro ex di ottimo valore, l’empolese Wilmo Francioni, e poi Renzo Maltinti presidente del gruppo ciclistico dilettanti che svolge attività da 42 anni. In video qualche immagine del ciclismo dei loro tempi, poi i loro racconti, le loro impressioni sul ciclismo di ieri e su quello di oggi, ad iniziare da quanto successo al Tour de France appena conclusosi con la vittoria del giovane colombiano Egan Bernal.

Manuele Mori ha parlato del ciclismo di oggi e dei programmi futuri ad iniziare dalla sua presenza al Giro della Polonia, Massimiliano Mori del pubblico che è diminuito ad assistere alle gare, escluso quello che assiste ai grandi eventi, Renzo Maltinti delle difficoltà a gestire oggi una società ciclistica. Infine Primo Mori e Franco Bitossi, premiato dal sindaco di San Miniato Simone Giglioli, hanno parlato del ciclismo di oggi in rapporto a quello del passato.

“Il ciclismo dei nostri tempi, affratellava, era amicizia. Oggi c’è meno rispetto e solidarietà, manca quel calore umano di un tempo. Tanti telefonini cellulari, tablet, smartphone, è tutto diverso”.