Concerie, la Cgil denuncia la crescita del popolo degli operai ricattabili

Santa Croce, timori e rabbia per il l'abuso di lavoratori interinali: nel 2017 superate le 100mila giornate di lavoro

Loris Mainardi

Loris Mainardi

Santa Croce, 21 marzo 2018 - "Qui i numeri dell’interinale sono da brivido, nel nostro distretto si va oltre i 36 mesi: questa è una situazione strana e grave, un caso unico in Toscana". E’ Loris Mainardi (Cgil) a richiamare l’attenzione su quello che sta accadendo nel conciario e nell’indotto snocciolando i dati: nel 2017, 167 aziende hanno comunicato 4.311 contratti di lavoro somministrato per 2.733 lavoratori per un totale di 101.371 giorni di lavoro. Se dividiamo le giornate interinali per i 220 giorni lavorativi da calendario viene fuori un numero, 460: «ecco è come se ci fosse una grande azienda con 460 dipendenti che lavora così», dice Mainardi sottolineando che il sindacato ha ben presente che forse non sarebbe possibile stabilizzare così tante persone: «ma almeno 200 sì, avviando un percorso progressivo di assunzione – spiega –. Anche in considerazione del fatto che le richieste di lavoratori a contratto somministrato per picchi di commesse sono state solo due». Ma allora perché accade tutto questo? «Perché ormai qui c’è una situazione strutturata – rileva l’esponente della Camera del Lavoro – dove le aziende hanno il nucleo storico di dipendenti fissi, sempre meno, e il gruppo degli interinali che costano di più ma sono ricattabili: ecco non ho timore a dire che forse nel Comprensorio si è affermata la teoria del ricatto utilizzando questi contratti che mettono il coltello dalla parte del manico solo nelle mani dell’imprenditore». I contratti interinali, oltretutto, stanno creando qualche problema anche per la riscossione dei premi.

«Abbiamo registrato qualche situazione difficoltosa – dice Mainardi –. Ma voglio ricordare a tutte le agenzie che, proporzionalmente al periodo lavorato, agli operai, spetta quota del premio: alla fine, sennò, saremo costretti a metterlo in conto all’azienda per la quale hanno prestato l’opera». Mentre il lavoro sembra registrare una timida ripresa, Mainardi punta il dito anche sulle sacche di illecito nella zona tornando a parlare non proprio di lavoro nero ma di rapporti di lavoro in grigio: «sono venuti anche qui lavoratori assunti part time e di fatto a tempo pieno al cento per cento – spiega –. Ci hanno spiegato, quindi sappiamo che il fenomeno esiste. Poi, pur di mantenersi il posto e non avere grattacapi decidono di non avviare azioni.Ma ci sono imprenditori, che per essere competitivi ed abbattere i costi, fanno anche questo. Storie recenti ce lo dimostrano»