Una guerra che viene dal passato

Le forti tensioni tra Russia e Ucraina che hanno portato al conflitto in atto scaturiscono dai primi anni Novanta

Migration

Le forti tensioni tra Ucraina e Russia che si sono verificate nelle ultime settimane e che purtroppo hanno portato alla guerra, affondano radici più profonde nella storia passata dei due stati. L’Ucraina apparteneva infatti, fino al 1991, all’Urss (Unione delle repubbliche socialiste sovietiche). L’indipendenza ottenuta dal popolo ucraino dopo la caduta del muro di Berlino, non è stata mai del tutto digerita dalla Russia che già dal 2013, quando l’Ucraina fece richiesta per entrare nell’Unione Europea, non esitò ad attaccare.

È in quell’occasione che Mosca ordinò la prima esercitazione militare schierando circa 150mila soldati ai confini con l’Ucraina. A fine febbraio del 2014 le truppe russe entrarono nella penisola della Crimea e, dopo diverse sparatorie, la occuparono. Il mondo intero protestò: l’annessione fu considerata una grave violazione del diritto internazionale e dell’integrità territoriale del Paese vicino. Nell’aprile del 2014 l’esercito russo iniziò ad occupare gli edifici pubblici delle città dell’Ucraina orientale. Dopo l’occupazione della Crimea, mai accettata dall’Ucraina, la situazione sembrò calmarsi, almeno fino allo scorso novembre. Questa volta l’occasione per riaccendere il focolaio, è stata la richiesta dell’Ucraina di aderire alla Nato.

L’Ucraina non è il solo paese dell’Europa orientale a voler entrare a far parte della Nato: Polonia, Croazia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Repubblica ceca, Slovacchia e Slovenia ne fanno già parte e la Russia si rifiuta di avere la Nato al suo confine. È dallo scorso novembre infatti che in Ucraina si parla apertamente di timori di invasione. La Russia non ha ceduto e ha chiesto più volte la rinuncia all’allargamento della Nato ad est. Il presidente americano Joe Biden ha avuto diversi colloqui telefonici che però non hanno concluso nulla. Più recentemente, il 21 febbraio 2022, le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, due repubbliche che si erano proclamate indipendenti nel 2014, sono state riconosciute dalla Russia.

Putin ha ordinato di entrare nelle due repubbliche "per una missione di pace e di protezione" della popolazione locale, ma la situazione a fine febbraioè precipitata e a fine febbraio la Russia ha sventato l’attacco. La Russia ha le più grandi riserve mondiali di gas naturale e minaccia di chiudere i gasdotti che riforniscono l’Europa. L’unica soluzione ribadita da tutti i Paesi del mondo è quella del dialogo diplomatico: il dialogo non la guerra deve essere la parola d’ordine. Infine, come afferma il generale Marco Bertolini, l’Italia è coinvolta anche dal punto di vista energetico. Se chiuderanno i rubinetti ci faremo da mangiare con il fuoco!