Soldi dallo Stato per l’innovazione. Anche il conciario ammesso ai fondi

Grazie ad un emendamento della Lega rientrerà fra quelli che potranno godere del sostegno settoriale

Soldi dallo Stato per l’innovazione. Anche il conciario ammesso ai fondi

Soldi dallo Stato per l’innovazione. Anche il conciario ammesso ai fondi

Non sono momenti facili per l’industria del cuoio e della pelle. Il 2023 non è stato, come si prevedeva, l’anno della ripresa. Ma quello di una brusca frenata ancora in corso. Ora, però, arriva una buona notizia per il comparto che conta 450 aziende, 6mila addetti ed è un motore dell’economia toscana vocata alla moda. "Il settore conciario, grazie ad un emendamento della Lega, rientrerà a pieno titolo fra quelli che potranno godere del sostegno settoriale previsto dalle nuove norme per sostenere il Made in Italy – dice il deputato della Lega Andrea Barabotti, componente della commissione attività produttive, commercio e turismo –.. Si tratta di 15 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato con lo scopo di giungere all’accrescimento dell’autonomia di approvvigionamento delle materie prime nell’industria conciaria e tessile".

"Anche i pellami utilizzati dal settore conciario, che rappresentano un fulgido esempio di economia circolare – prosegue il parlamentale del Carroccio –, potranno godere delle somme stanziate per promuovere investimenti in ricerca, sperimentazione e innovazione dei processi produttivi".

Il settore, lo ricordiamo, ha dovuto fare i conti con il rimbalzo dei prezzi e ora risente anche del difficile contesto geopolitico internazionale: le frenate della Cina, i problema dei tassi d’interesse e la guerra. Anzi, le guerre. Viviamo in un clima internazionale che non invoglia a spendere e ad andare in giro. Il calo dei consumi si fa sentire sulla produzione della pelle per le griffe ed il lusso.

Oltre l’Ucraina, anche quello che sta accadendo in Palestina preoccupa il settore. Pochi giorni fa, infatti, il presidente del Consorzio Conciati di Ponte a Egola, Michele Matteoli, aveva sottolineato: "Una nuova crisi nei Paesi Arabi e un nuovo clima di paura per il terrorismo sono gli elementi che colpiscono duramente i settori che sono i nostri riferimenti principali". La spinta alla ricerca e all’innovazione – che da sempre sono la forza del distretto – stanno continuando. E un ulteriore supporto, specie in questo momento, può essere strategico.

Carlo Baroni