Addio alla psicologa Roberta Geri, educatrice Asl e attrice. Aveva 59 anni

Il figlio Mattia: "Se quello che conta è la qualità, prima ancora della quantità, mia madre ha vissuto duecento vite"

Roberta Geri

Roberta Geri

San Miniato (Pisa), 17 marzo 2024 – Tanta commozione ieri, nella chiesa di Cortenuova, che non è riuscita a contenere le persone che non hanno voluto mancare all’ultimo addio ad una donna speciale, che ha dato molto nel lavoro e nella cultura. Una donna che è stata un esempio di vita e passione: Roberta Geri, educatrice dell’Asl a La Badia di San Miniato e psicologa, che si è spenta a soli 59 anni a seguito di una malattia con la quale combatteva da tempo. Una morte, appunto, che ha destato profondo cordoglio in tutta la zona e anche oltre, perché Roberta Geri è stata molte cose. Infatti, come sottolinea il figlio Mattia, ricordando la madre, “se quello che conta è la qualità, prima ancora della quantità, mia madre ha vissuto duecento vite”.

Tantissime ed entusiasmanti, con determinazione, coraggio, seguendo sempre il cuore. Impossibile ricordarle tutte. L’impegno nel mondo complesso e difficile della salute mentale, che è stata la sua professione e la sua missione. La grande passione per il teatro che ad un certo punto la colse e la fece diventare un’attrice apprezzatissima. Un impegno, questo, per buona parte vissuto al Teatrino dei Fondi di San Miniato – oggi diretto da Enrico Falaschi – e passato spesso per le mani sapienti del regista Andrea Mancini. In tanti ricordano la Geri interprete di molti bellissimi lavori. Vale la pena citare, fra gli altri, «Pittura su legno», un lavoro che si confrontò con un maestro come Bergman, appropriandosi della storia che è alla base del «Settimo sigillo». Ma ricordiamo anche «Gli uomini della contessa» (Matilde di Canossa) – spettacolo di successo che ha girato la Toscana e non solo quella –: l’intenso monologo in cui la Geri, dava corpo e voce ad una Matilde, piena si slanci d’amore e anche di amarezze, rievocando gli uomini della sua vita, che usandola e tradendola l’avevano costretta a essere una donna più dura di quanto avrebbe voluto. Ma poi c’è molto altro ancora. C’è «Storia di Sara», di pochi anni fa. E c’era stato, ancora prima, il coinvolgente «Nina - Non insistere nulla accade», un coraggioso ed applaudito omaggio a Checov andato in scena al festival di Radicolndoli, anche in questo caso con la firma di Andrea Mancini.

Ma Roberta Geri, come ci ricorda il figlio Mattia, è stata anche un’atleta in gioventù e, a Empoli, ha vissuto un’esperienza politica. Una vita vissuta profondamente, quella di Roberta Geri, nella quale la cultura – l’amore per lettura, è stato una costante – ha svolto un ruolo importante e l’ha segnata nelle scelte. Roberta Geri aveva vissuto anche a Marti, nel comune di Montopoli, dove ancora aveva una casa in aperta campagna che amava molto e dove andava di tanto in tanto. Da diversi anni la sua vita era a Empoli, nella casa di famiglia.

La 59enne se n’è andata con attorno tutti i suoi cari, il marito, i figli Mattia e Tommaso e gli amici più stretti. L’ultimo saluto ieri in chiesa, fra tante lacrime e mille ricordi di una donna che ha saputo vivere, perché ha saputo portare se stessa anche in teatro che è vita che palpita, stupore, forza e mistero.