di Michele Quirici
Tutti speriamo che il 2021 sia l’anno della rinascita e che l’umanità possa rassenerarsi dopo una brutta tempesta. Sarebbe bello che il nostro paese ripartisse davvero dalla Cultura e che si ricominciasse a ricostruire da qui. Le preoccupazioni economiche hanno giustamente la priorità ma non dimentichiamoci che l’Italia ha una “responsabilità” in più essendo uno scrigno infinito di bellezza e potrebbe capire finalmente che questo settore strategico è una carta vincente. L’anno appena iniziato sarà dedicato alle celebrazioni dantesche perché ricorrono 700 anni dalla morte del poeta.
Il mondo si “inchinerà” al genio toscano nato nel 1265 a Firenze e morto a Ravenna nel 1321. I pontederesi vollero eternare il nome di Dante dedicandogli, all’inizio del XIX secolo, la strada che conduceva alla nuova stazione e successivamente una scuola. Nel 1865, “per la solenne circostanza in cui sarà celebrato in Firenze il sesto centenario della nascita del divino poeta” due pontederesi di adozione, Cesare Buonfanti e il maestro comunale Callisto Dal Pino compongono alcune epigrafi dantesche che vengono inserire nel Giornale del Centenario di Dante Alighieri. Il 26 aprile 1897 Michele Barbi per le nozze dell’ingegner Beniamino Barbi con la signorina Ernestina Ciompi scrisse “Un sonetto e una ballata d’amore del Canzoniere di Dante”. Beniamino Barbi sarà il tecnico che stilerà il piano d’ampliamento del nuovo quartiere che accoglierà la stazione tanto desiderata dai pontederesi in cui sarà inserita anche Via Dante. Il 6 novembre dello stesso anno si costituì il Comitato di Pontedera della Società Dante Alighieri. La Società nacque nel 1889 da un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci e ha come finalità quella di: “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. A Pisa si costituirà nel dicembre 1897. La prima adunanza fu presieduta dall’onorevole Pais, dal deputato Solimbergo, dal professor Scolari e dall’avv. Pietri. Nel 1900 Nello Toscanelli pubblicò per la tipografia Ristori di Pontedera “Giosuè Carducci nella storia della letteratura italiana: lettura commemorativa di Nello Toscanelli alla Società Dante Alighieri di Pontedera per il trigesimo della morte del poeta”. Tre anni più tardi sempre i Ristori daranno alle stampe “La Selva di Dante liberata” del sacerdote Gabriello Tremolanti parroco di Cucigliana. Nel primo decennio del Novecento il sodalizio pontederese fu molto attivo ma piano piano il suo prestigioso compito venne meno. La “Dante” venne rifondata nei primi anni ‘20 con l’importante contributo delle donne. Nel 1923 un giornale pisano parlò di questo impegno: "A questo Comitato della “Dante Alighieri“ si inscrissero durante l’anno scorso oltre venti fra signore e signorine. È questo un risveglio gentile di attività intorno alla “Dante“ per il delicato e patriottico tributo delle nostre donne".
Tra alti e bassi il lavoro dei soci continuò fino al secondo conflitto mondiale e la società venne nuovamente ricostituita nel 1946 svolgendo il suo compito almeno fino al 1952. Recentemente a contribuire al “rapporto” tra Dante e la nostra città Giuseppe Caciagli ha pubblicato una serie di studi sulla Divina Commedia tra cui il notevole “La Comedìa“: per la prima volta interpretata e commentata secondo la volontà e le intenzioni dell’Alighieri, e cioè nei quattro "sensi" letterale, allegorico, morale, anagogico”.