Ponsacco primo in classifica, ora il sogno è la serie C, patto tifosi-squadra in piazza

Il grande entusiasmo. Il primo cittadino: «E lo stadio si farà»

Tifosi Ponsacco in piazza

Tifosi Ponsacco in piazza

Ponsacco, 20 marzo 2018 - «Ragazzi, perché mi fate piangere dall’emozione?». La domanda è in realtà un attestato di gratitudine con le lacrime agli occhi. E’ mezzogiorno in piazza a Ponsacco fra l’edicola centrale e il banco della frutta del Martini: Mauro Buselli stringe la mano al giocatore Aleksander Lici e in quella presa di salda si rinnova l’alleanza. Il patto di ferro fra il paese del Mobile e la sua squadra. Una simbiosi la cui destinazione tutti sperano essere il calcio professionistico.

Piove ora sì e adesso no ma un capannello di persone parla fitto-fitto come le gocce di questo marzo uggioso. Intorno a Lici e al compagno di squadra Mario Piras, tifosi rossoblu di ogni età vociano allegri. Scivolano «tuvvoi!» di qui e «tuvvoi!» di qua. E’ il giorno dopo la grande impresa di Sanremo (0-2 in trasferta contro la seconda in classifica) e la squadra del campanile storto meno famoso della provincia si gode il primato e sogna la serie C: «come ai tempi del mitico Romanone» (Romano Aringhieri ndr.). «La verità – Rodolfo Filippi da cinque anni non si è perso neppure mezza partita – è che abbiamo vinto nettamente. E’ stato eccezionale e poi abbiamo cantato da matti. Anche il coro: ‘A Pontedera c’avete altro che la fiera’. E comunque i pontederesi sono dietro di noi anche sull’elenco telefonico». Certezze alfabetiche a parte, Adriano Pucci – nonostante non sia più un ragazzino –, ha affrontato per la prima volta una trasferta col Ponsacco: «E’ stata una bella soddisfazione» garantisce con timidezza. Intanto Roberto Lombardi – il cui cognome al calcio ponsacchino racconta molto di più di un trattato di tattica trapattoniana – compie una disamina tecnica: «Ragazzi, era da vent’anni che non vedevo giocare una squadra con questa intensità». Lici e Piras si godono il momento stringendo la mano a questo e quello. E’ il calcio di paese: divertente, sano, dolcemente campanilista. L’autentico sapore di questa palla rotonda che rotola.

«Il regalo più grande? – argomenta Lici –. Portare tutta queste persone a Sanremo» e sorride. Alla faccia dei miliardi e delle frasi fatte. «E per noi è stato altrettanto appagante» gli risponde Riccardo Martini arrivando in bicicletta. «Mi raccomando – si assicura Filippi – scriva che la società è stata vicina a tutti noi: ha garantito prezzi popolari accessibili a ciascuno. Ci conto». Poi la domanda da un milione di euro: ma questa serie C è davvero possibile? «Per forza», si leva un coro quasi offeso. Pardon.

Ma se davvero il sogno dovesse coronarsi ci sarà uno stadio da sistemare per non giocare una stagione in campo neutro a Pisa piuttosto che a Empoli. «Il Ponsacco resterà in città», garantisce la sindaca Francesca Brogi che poi spiega: «La società ha presentato un progetto al Coni e siamo ancora in attesa di una risposta da Roma». E se questa fosse negativa? «Intanto attendiamo con fiducia e poi, eventualmente, vedremo. Non ci faremo cogliere impreparati». Purché il pallone resti nella patria del Mobile in quel «Pollaio» (così i ponsacchini chiamano il Comunale) dalle uova d’oro.