Pontedera piange per Idy, il senegalese ucciso a Firenze

"Assurdo, siamo sconvolti"

I soccorsi all'uomo e la rivolta dei connazionali (New Press Photo)

I soccorsi all'uomo e la rivolta dei connazionali (New Press Photo)

Pontedera, 6 marzo 2018 -  Idy Diene abitava a Pontedera in via Mazzini, nella zona della stazione, dove si era trasferito da poco tempo. La prima residenza nella città della Vespa l’aveva avuta in via Vittorio Veneto 119, in un palazzo di cinque piani alle porte del centro, a ridosso dell’argine dell’Era. Ma qui Idy nessuno lo conosceva. Ai campanelli degli appartamenti non risponde nessuno. Solo da un citofono uno straniero fa sentire la sua voce, ma risponde di non sapere chi sia il cinquantaquattrenne senegalese ucciso ieri mattina sul ponte.

«Siamo tutti sconvolti – dice Die Papa Demba, il capo della comunità senegalese di Pontedera – Ci stringiamo alla famiglia, alla moglie e ai figli. Non sappiamo ancora se organizzeremo qualcosa anche qui a Pontedera. Intanto stiamo vicini ai familiari anche per sbrigare le pratiche burocratiche visto che il corpo del nostro connazionale è stato posto sotto sequestro». «Idy Diene era un venditore ambulante, come tanti ragazzi che la mattina partono dalla stazione con i borsoni – dice ancora Die Papa Demba – E’ un momento difficile. Sono momenti un po’ bui per l’Italia. La barbarie è arrivata a un punto brutto anche per colpa di una campagna elettorale impostata su ’migranti sì, migranti no’. Ma chi è italiano? Chi ama l’Italia e fa i suoi doveri di cittadino, anche se originario di un altro Paese, io ad esempio sono italiano e sono italiani tutti i miei familiari, o chi istiga all’odio?».

gabriele nuti