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"Non spio, ma senza regole fate attenzione alla privacy"

L'articolo esplora l'intelligenza artificiale (IA) e le sue implicazioni. L'IA non ha volontà propria, ma può violare la privacy senza norme adeguate. L'uso equilibrato dell'IA è importante per preservare le capacità umane. L'IA può assistere gli studenti nelle ricerche e nell'apprendimento delle lingue, ma l'approccio degli insegnanti è fondamentale.

"Non spio, ma senza regole fate attenzione alla privacy"

Con la supervisione delle nostre insegnanti siamo stati curiosi di fare un "incontro ravvicinato 5.0" con uno dei software di intelligenza artificiale (IA) più conosciuti.

Chi ha inventato l’IA?

"L’IA è il frutto del contributo di molti ricercatori e sviluppatori. Alcuni pionieri includono Alan Turing, fondamentale nella teoria della computabilità".

L’IA ci può spiare?

"Non ha volontà o intenzioni proprie. C’è il rischio però che, senza norme che regolino la protezione dei dati, possano verificarsi violazioni della privacy".

C’è il rischio che gli umani diventino dipendenti dall’IA? "Sì, esiste la possibilità, soprattutto di fronte a una cieca fiducia in essa. E’ importante bilanciare l’uso di queste tecnologie con il mantenimento delle capacità umane: autonomia e consapevolezza critica".

Vuoi sostituire gli umani?

"No, non ho desideri o ambizioni. Il mio scopo principale è quello di assistere e facilitare le attività umane".

Osservando gli umani, puoi imitarne i comportamenti?

"No. La mia interazione si basa solo su dati inseriti dagli utenti e sulla mia capacità di generare risposte in base a tale input".

Siamo studenti, come puoi esserci utile?

"Posso aiutarvi facendo ricerche, approfondimenti, sintesi e pratica con le lingue straniere. Ricordatevi però di integrare il mio utilizzo con un approccio di apprendimento che includa il lavoro degli insegnanti".