Un telefono scollegato da qualsiasi linea, ma collegato al vento e alla natura. Nasce dall’idea del fotografo e fondatore dell’associazione Life for music, Marco Vanni, la proposta di portare in Valdera un oggetto già molto conosciuto in Giappone: il telefono del vento. "In oriente – spiega Vanni – la cabina serve a mettere in contatto con i propri cari defunti. Un luogo della memoria in cui poter affidare al vento le proprie parole affinché qualcuno possa sentirle. Un’idea che mi ha colpito molto e che ho proposto di realizzarla qui con la differenza di far diventare la cabina un luogo di riflessione, di meditazione, da porre in un posto emotivamente rilevante". La proposta arriva sul tavolo dell’azienda agricola Tegolaia che sposa il progetto e sceglie di realizzarlo su un proprio terreno su un poggio di Santo Pietro Belvedere tra olivi e vigneti. "Un luogo da dove si può vedere il mare, Volterra, la Valdera e gli Appennini – racconta Mattia Cei, presidente dell’azienda di cui fanno parte anche Matteo Bagnoli e Matteo Arcenni – uno dei punti più alti di Capannoli e che ha visto il passaggio della seconda Guerra mondiale. Lo abbiamo pensato come un luogo libero, aperto a tutti, dove chiunque possa andare, dar voce ai propri pensieri e affidarli al vento". Per arrivarci ci sarà un piccolo sentiero, una sorta di momento di riflessione prima di alzare la cornetta e connettersi con l’infinito. La cabina sarà dipinta di bianco e al suo interno ci sarà un telefono, appoggiato su di una piccola mensola.
"L’idea è quella di inaugurarla il 21 dicembre, durante il solstizio d’inverno – racconta Vanni – proprio nel momento dell’anno in cui si celebra la vittoria della luce sulle tenebre. Speriamo di riuscire a essere pronti per quella data. Molto dipenderà anche dalle condizioni meteo e dalla preparazione del terreno. Abbiamo pensato che intorno alla cabina potranno essere organizzati degli eventi particolari che siano emotivi e che dialoghino con la natura così presente sul poggio dove verrà installato il telefono del vento". Intanto è pronto le scheletro della struttura, disegnata dallo stesso Matteo Bagnoli e realizzata dal falegname Romeo Gorini. "Vuole essere un piccolo contributo alla crescita culturale e turistica del territorio – spiegano dall’azienda – grazie a Marco Vanni che si occupa da anni di organizzazione di eventi e di promozione della Valdera e non solo. Appena ci ha raccontato del suo progetto ce ne siamo innamorati, pensando a come quel particolare oggetto, frutto della cultura orientale, potesse tradursi e adattarsi alla nostra quotidianità. La cabina vuole essere anche un simbolo di pace e di dialogo, contro ogni tipo di guerra".