Volterra. La strage continua: morto un altro cavallo

È il terzo caso nel giro di pochi giorni. La femmina di 10 anni, in buona salute, si è accasciata all’improvviso davanti agli occhi dei volontari

I carabinieri della forestale stanno indagando sul caso

I carabinieri della forestale stanno indagando sul caso

Volterra (Pisa), 23 ottobre 2019 - E’ una strage infinita. Ieri pomeriggio, di fronte agli occhi atterriti, increduli, dei componenti della onlus Italian Horse Protection, Rebecca, cavalla di circa dieci anni, si è accasciata a terra d’un colpo e non ha più ripreso conoscenza. La cavalla è morta nell’arco di cinque minuti. Niente hanno potuto fare il presidente della onlus Sonny Richichi e gli altri volontari dell’associazione che a Tignano accudisce cavalli maltrattati e soggetti a sequestro giudiziario: i volontari hanno tentato il tutto per tutto, provando a rianimare la cavalla con una puntura di cortisone. Niente da fare.

«Rebecca stava bene – racconta Richichi – l’avevamo controllata, come tutti gli altri cavalli, circa un’ora prima che si accasciasse a terra. Stavamo trasferendo gli animali dal pascolo al coperto per effettuare esami ematici. Improvvisamente la cavalla è crollata a terra. Abbiamo provato a darle del cortisone. Siamo sotto choc, è morta sotto i nostri occhi». Rebecca è il terzo esemplare che, nell’arco di cinque giorni, stramazza al suolo senza sintomi pregressi. Il tredicesimo cavallo che muore senza un perché in soli dieci mesi. La mattanza che si sta consumando dallo scorso gennaio nei pascoli che abbracciano il centro di recupero gestito dalla onlus Italian Horse Protection è un rebus intricato, un giallo in piena regola costellato da una sequela di punti interrogativi. Lesioni interne: è questo il primo (e unico) verdetto fumoso emerso dall’esame autoptico effettuato lo scorso sabato a Livorno sui due cavalli (la femmina, Wivinade di 23 anni, morta giovedì scorso ed il maschio Ray, di 6 anni, deceduto poche ore dopo) scomparsi in maniera improvvisa ed inspiegabile fra giovedì e venerdì scorso.

L’interesse sullo strano caso si sta allargando a macchia d’olio perché «World Horse Welfare», organizzazione benefit del Regno Unito che si occupa di cavalli a livello mondiale e che ha come presidente onoraria la Principessa Anna d’Inghilterra, ha messo a disposizione i propri veterinari per cercare di dipanare una matassa tanto contorta.

«Persino l’associazione inglese, con la quale siamo da sempre in contatto, non riesce a decifrare questo rebus. Anche per loro, i decessi sono un enigma – sottolinea il presidente di Ihp Richichi – aspettiamo risposte. Da sabato scorso, il giorno in cui si sono svolte le due autopsie, abbiamo avuto solo comunicazioni a singhiozzo. Si parla di lesioni, ma non si specifica in quali organi. Sappiamo che verranno effettuati esami ulteriori di tipo tossicologico e batteriologico. Ora la misura è colma. Non ci resta che accelerare per installare telecamere di sicurezza: avevamo già dato incarico ad una ditta specializzata, poi ci eravamo rasserenati perché gli animali stavano bene. Dopo gli ultimi casi, dobbiamo stringere con i tempi per attivare un sistema di video sorveglianza».

La sequela di morti resta dunque un rompicapo: tredici cavalli in perfetta salute che si sono accasciati a terra in maniera fulminea, senza segni evidenti sulle carcasse, senza mostrare sintomi pregressi di sofferenza o di malattie. Il capi tolo delle analisi è un altro passaggio lento, contorto, pieno zeppo di coni d’ombra. Se, da un lato, le analisi effettuate sulle falde acquifere hanno sgomberato il campo da possibili contaminazioni-killer, le analisi sui terreni non hanno invece escluso o confermato alcunché. Insomma, dallo scorso gennaio fino a oggi mancano ancora troppi tasselli per dare una cornice cristallina a questa strage senza senso. I cavalli hanno ingerito qualche pianta letale? I pascoli sono «contaminati» da sostanze pericolose e fatali? Oppure dietro a questa mattanza si nasconde la mano di un misterioso killer? Le piste, a questo punto, restano tutte aperte.