
Il passaggio bis davanti il gup di Pisa si è incagliato ieri nei difetti di notifica. Si torna in aula, davanti il giudice Laghezza, il prossimo primo dicembre per il primo grado di giudizio del procedimento seguito all’incidente in cui perse la vita il fotografo Pietro Gandolfo (nella foto). Nei mesi scorsi, ricordiamo, il giudice Pietro Murano rigettò il patteggiamento – che, si apprende, viene riproposto davanti il nuovo giudice – a due anni di reclusione, pena sospesa (reato omicidio stradale) della 30enne che era alla guida dell’auto quella notte di ottobre 2019.
Si tratta di Iuliia Sotska: la sua auto si scontrò con la moto sulla quale viaggiava Gandolfo, 38 anni, originario di Fucecchio e residente a Santa Croce. Un incidente dall’esito fatale per il giovane, conosciuto in tutto il territorio. Sotto le lente delle indagini era finita la manovra fatta dalla 30enne, allora residente a Montopoli e al momento trasferita al nord, quando impattò con la moto. Il giudice non accolse l’accordo tra le parti (pm Fabio Pelosi) – la donna è assistita dall’avvocato Roberto Nocent – non condividendo la mancata contestazione dell’aggravante di aver guidato l’auto senza una patente di guida valida in Italia. Mentre concordò sul fatto che non sussiste l’aggravante della guida in stato di ebrezza come emerso dagli accertamenti tecnico scientifici.
L’incidente avvenne in via Tosco Romagnola a La Rotta, frazione di Pontedera. La morte di Gandolfo destò profonda commozione a Santa Croce e Fucecchio e in tutto il comprensorio del Cuoio dove era molto conosciuto per il suo lavoro di fotografo. Lavoro che l’aveva portato anche fuori dalla Toscana e all’estero grazie alla sua creatività e al suo ingegno. Indagini e rilievi, furono effettuati dai carabinieri di Pontedera.
Carlo Baroni