REDAZIONE PONTEDERA

L’export rimane in affanno

Il Monitor dei distretti rileva come il comparto sia ancora in difficoltà

Il Cuoio è quello che ha sofferto di più. Anche prima della quarta ondata della pandemia, nei mesi del 2021 nei quali la ripersa asembrava essersi messa in moto. Per molti settori. Ma non per tutti. Infatti non tutte le esportazioni distrettuali nel periodo gennaio-settembre 2021 hanno recuperato i livelli pre-Covid. Il dato emerge dal Monitor dei Distretti della Toscana, elaborato dalla direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo. Ad esempio tra i comparti più resilienti in grado di superare i valori del 2019 c’è l’Agro-alimentare. Maggiormente penalizzati, incece, i distretti del tessile e abbigliamento (-19,9%) e della pelletteria e calzature (-37,8%), che si erano però distinti nel corso del 2020 con un andamento positivo e con esportazioni in crescita. Anche il distretto della Concia e calzature di Santa Croce ha scontato un ritardo importante rispetto al pre-crisi (-18,6%), condizionato da un calo importante delle vendite verso Hong Kong (-46,3%). E, probabilmente, condizionato anche da una parziale ripartenza del turismo internazionale che è fondamentale per il settore della moda a cui è legata a doppio filo la filiera delle pelle. L’attuale contesto – rileva lo studio di Intesa San Paolo – "risulta ancora condizionato dall’incertezza legata ai rincari delle commodity, alle interruzioni delle forniture e all’evoluzione della pandemia, che potrebbero rallentare, anche se solo in parte, lo slancio della domanda mondiale nella prima parte del 2022".