La tragedia di Suviana. L’addio ad Alessandro: "Fermiamo il dramma delle morti sul lavoro"

Folla alle esequie del 37enne che sono state celebrate dal vescovo Paccosi. Al termine del funerale a Forcoli anche tanti ricordi del giovane tecnico.

La tragedia di Suviana. L’addio ad Alessandro: "Fermiamo il dramma delle morti sul lavoro"

La tragedia di Suviana. L’addio ad Alessandro: "Fermiamo il dramma delle morti sul lavoro"

La chiesa della parrocchia San Frediano non è riuscita, com’era prevedibile, a contenere il mondo che ha voluto esserci per salutare un’ultima volta Alessandro D’Andrea, il 37enne tecnico dipendente della Voith di Cinisello Balsamo che è una sette sette vittime della tragedia di Suviana. C’era tutta Forcoli, i tantissimi amici, ma anche i colleghi arrivati dalla Lombardia, per stringere in un grande abbraccio i genitori, le sorelle e la fidanzata Sara, stremati dal dolore. La tragedia di Suviana ha riempito di lacrime e sgomento l’Italia intera, ha tenuto tutti con il fiato sospeso quando ancora c’erano dei dispersi e quindi ancora uno spazio, seppur minimo, per sperare: Alessandro era uno di questi. Poi anche lui, purtroppo, è stato trovato senza vita in quell’inferno d’acqua e macerie. Le esequie sono state celebrate dal vescovo Giovanni Paccosi e concelebrate dal parroco, da don Donato Agostinelli, don Angelo Falchi e don Andrea Cristiani.

In chiesa anche il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, l’assessore regionale Alessandra Nardini, il sindaco di Palaia Marco Gherardini. E’ stato don Angelo Falchi a tenere l’omelia, a ricordare D’Andrea, la sua bontà verso tutti, un giovane "cresciuto nella fede, che ha servito la chiesa e la sua parrocchia, che ha prestato servizio nella Misericordia", ha detto il sacerdote ricordando anche la sua intelligenza acuta, la sua creatività e curiosità, il suo grande amore per la tecnologia, che lo aveva portato a fare carriera, a distinguersi. E lo aveva portato anche lontano da Forcoli, la sua terra natale, lasciata per l’impiego in Lombardia.

Perché Alessandro è morto a soli 37 anni, quando la vita è nel pieno e tanti sogni si stanno realizzando? "Ad altri spetta indagare e capire come possa essere accaduta questa tragedia, a noi non interessa ora il come, ma perché? – ha proseguito –. Domanda tremenda, che può portare alla disperazione". Ma nalle notte più buia, può arrivare d’improvviso "un raggio di sole, la parola di Dio, che trasforma la vita terrena in vita eterna", ha aggiunto don Falchi. Al termine della celebrazione la parola ai tanti che hanno voluto ricordare il 37enne. Quelle della sorella che ha chiesto ad Alessandro di "pensare e dare forza a babbo e mamma, e a tutti noi". L’amore della fidanzata Sara con cui aveva tanti progetti, sogni da inseguire, sempre insieme, sempre uniti: "Eri l’amore della mia vita e lo rimarrai per sempre". Le parole degli amici e quelle del sindaco Gherardini per sottolineare ancora la bontà di un giovane la cui vita è stata spezzata all’improvviso, mentre lavorava, con la passione e l’entusiasmo che ha sempre messo in ogni cosa. Cos’è successo nella centrale idroelettrica di Bargi? La dinamica è al centro di un’inchiesta della procura per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Ma soprattutto "la vita di Alessandro e quelle degli altri sei colleghi che erano con lui devono essere un monito sull’urgenza di sconfiggere questa piaga delle morti sul lavoro", ha sottolineato don Falchi.

Carlo Baroni