Inchiesta Keu, torna in libertà Francioni

Indagine su traffico illecito di rifiuti e corruzione, l’ex presidente dell’Associazione Conciatori ha lasciato gli arresti domiciliari

di Carlo Baroni

Torna in liberà anche l’ex presidente dell’Associazione Conciatori di Santa Croce Alessandro Francioni che ieri, si apprende, ha lasciato gli arresti domiciliari. Il gip del tribunale di Firenze (Francioni è assistito dall’avvocato Stefano Del Corso) ha disposto una misura meno afflittiva: l’interdizione da incarichi direttivi in persone giuridiche e imprese che si occupino, anche in modo non esclusivo, di gestione di rifiuti. L’ex presidente di Assoconcia – tra gli imprenditori più in vista nel Comprensorio, ma soprattutto protagonista di un trentennio ai vertici del mondo conciario del distretto – era stato arrestato nell’aprile corso nell’ambito dell’inchiesta Keu della procura antimafia di Firenze su traffico illecito di rifiuti e corruzione. Pochi giorni fa lo stesso gip di Firenze aveva rimesso in libertà anche Piero Maccanti, ex direttore dell’Associazione Conciatori (difeso dall’avvocato Giovanni Urti) sostituendo gli arresti domiciliari con l’obbligo di dimora nel Comune di Castelfranco.

Gli arresti di Francioni e Maccanti, quando due mesi fa scattò il blitz dei carabinieri forestali e il distretto delle pelle e del cuoio fu travolto dalla scandolo, furono quelli che destarono maggior clamore essendo stati, per decenni, tra i maggiori protagonisti nelle politiche imprenditoriali del Comprensorio. Nelle settimane scorse lo stesso giudice, ricordiamo, aveva già modificato alcune misure cautelari disposte quando scattarono arresti e sequestri. Per l’imprenditore Francesco Lerose di Pontedera, uno dei dei principali indagati dell’inchiesta – assistito dall’avvocato Pinucci – dopo quasi un mese di detenzione in carcere, il giudice concesse la misura degli arresti domiciliari ritenuta sufficiente a contenere le esigenze cautelari. Il titolare dell’azienda di Pontedera era l’unico finito in carcere. Il Keu, finito sotto la lente degli inquirenti antimafia, usciva dall’impianto Aquarno di Santa Croce e dal 2012, è emerso, veniva inviato alla ditta Lerose di Pontedera che lo riciclava per riempimenti e sottofondi stradali nonostante, secondo le indagini, non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Invece sarebbe finito a tonnellate in mezza provincia e anche altrove.

Sempre in fatto di misure cautelari il Riesame accolse, a metà maggio, il ricorso di Aldo Gliozzi, direttore dell’Associazione Conciatori per il quale gli arresti domiciliari vennero sostituiti da una misura interdittiva. Questi gli altri indagati a vario titolo nell’inchiesta: Giulia Deidda, Franco Donati, Nicola Andreanini, Silvia Rigatti, Lorenzo Mancini, Cristina Brogi, Antonio Lasi, Fabrizio Veridiani, Manuel Lerose; Annamaria Faragò; Edo Bernini, Ledo Gori; Andrea Pieroni, Alberto Benedetti, Maila Famiglietti. Intanto l’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Giulio Monferini ed Eligio Paolini è in pieno svolgimento e sono in corso accertamenti e analisi nei terreni e nei sottofondi stradali dove sarebbe stato usato materiale contenente Keu.