Il duello sulla villetta da demolire "Ci aiuti il presidente Mattarella"

Paola Cerretini replica ai legali della società Villa Toscanelli e si appella al Capo dello Stato: "È assurdo" "Non ci sono sentenze definitive perché in questo caso posso adire la Corte di appello e la Cassazione".

A replicare all’avvocato Giorgia Baldan, legale della società Fattorie Toscane Società Agricola proprietaria, tra l’altro, della storica Villa Toscanelli Riccardi, è direttamente Paola Cerretini, che in queste settimane sta difendendo la sua villetta su cui pende l’ordinanza di demolizione. "Dopo le parole dell’avvocato Baldan a maggior ragione faccio appello al presidente Sergio Mattarella che intervenga in questa assurda vicenda processuale".

E’ un passaggio delle parole del legale, quelle su cui concentra lo sfogo la signora Cerretini: "Il “giudicato” è uno dei principali strumenti per la realizzazione dei diritti, se si potesse violare un giudicato non vi sarebbe più la “certezza” del diritto che è valore protetto della Costituzione". "Belle parole, ma ricordo che il “giudicato” si è formato su una norma diversa da quella che avrebbero dovuto applicare – sottolinea la proprietario dell’immobile – essendo la mia abitazione un intervento di “ristrutturazione ricostruttiva” e non una “nuova abitazione” avrebbero dovuto applicare la norma che prevede che in fascia di rispetto è possibile spostare dei volumi legittimi". "Vorrei chiedere al presidente Mattarella, sempre per la “certezza” del diritto che è valore protetto della Costituzione – attacca Cerretini –, perché a me è stato negato di potermi difendere non facendo mai arrivare ad udienza il mio ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica che ho presentato nel gennaio 2018, contro la relazione tecnica della Soprintendenza del 13 novembre 2017".

"Vorrei ricordare anche all’avvocato Baldan che la casa che ho scelto “deliberatamente” di costruire – prosegue ancora –, sono stati gli stessi giudici del Consiglio di Stato che con ordinanza del 14 settembre 2018 mi hanno detto: “Considerato che l’intervento di nuova costruzione asserito risulta ormai pressoché ultimato, risultando completati il rustico e la copertura, sicché la trasformazione dello stato dei luoghi è ad uno stato avanzato; ritenuto pertanto che non vi siano ragioni di urgenza tali da giustificare la sospensione dell’esecuzione della sentenza di primo grado, e, con essa dell’efficacia del permesso di costruire impugnato con i motivi aggiunti di primo grado. Respinge l’istanza cautelare". Dunque a fine 2018 i giudici mi dicono di ultimare i lavori quasi finiti – sottolinea ancora Cerretini – poi dopo quattro anni che vi abito mi dicono che devono demolire immediatamente". "Vorrei infine ricordare all’avvocato Baldan di non parlare di sentenze “definitive” relative a cause civili in corso – chioda Cerretini – , in questo caso, per fortuna, posso adire la Corte di appello e la Cassazione".