Ecofor Service respinge le accuse "Nessuna attività criminosa"

"Chiusi i flussi in ingresso nei confronti del produttore in autonomia e in anticipo rispetto al provvedimento"

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"Totale estraneità ad ogni attività illecita". Sono le parole di Ecofor Service e del presidente Antonio Pasquinucci (nella foto), peraltro ex segretario Pd della città. "Respingiamo – spiegano in una nota – ogni addebito che possa, anche solo in via ipotetica, ricondurre ad attività criminose o illegali". L’indagine – spiega la nota – ha avuto origine dalle verifiche disposte degli enti di controllo laziali a carico dei vertici del Consorzio ASI e della società A&A per i reati in materia di rifiuti. "Mentre la contestazione mossa si collega ad una questione squisitamente tecnica relativa al corretto inquadramento di cosa debba intendersi per trattamento dei rifiuti e sulla classificazione di essi – prosegue la nota di Ecofor service –: nel caso di specie, dei fanghi provenienti dal processo di depurazione. Ecofor Service e il suo legale rappresentante sono stati cioè chiamati in causa perché i fanghi in questione, che ad avviso della società hanno subito il trattamento necessario per essere conferiti in discarica, a detta degli inquirenti avrebbero dovuto essere oggetto di ulteriori trattamenti".

A tal proposito "si chiarisce che la società – si legge – nel periodo giugno 2019 - gennaio 2021 ha ricevuto quantitativi minimi di fanghi generati dal depuratore A&A di Ceccano: una percentuale inferiore a un millesimo dei quantitativi complessivamente autorizzati per l’impianto di Pontedera". "Per tale rifiuto la società – le parole della nota – ha svolto le analisi e i controlli previsti dai propri protocolli interni, ben più stringenti rispetto alla normativa e alle procedure di autorizzazione". Tant’è che Ecofor Service spa "ha chiuso i flussi in ingresso nei confronti del produttore dei fanghi, in totale autonomia e in largo anticipo rispetto al provvedimento ricevuto". Infine Ecofor precisa che non si rinvengono "intercettazioni, documenti o altre circostanze che lascino pensare a condotte illecite da parte della società, dei suoi collaboratori e tanto meno del presidente Antonio Pasquinucci". E l’importo sottoposto a sequestro, che la società si riserva di contestare, per circa 90mila (a fronte di un fatturato annuo di 25 milioni di euro) "conferma il profilo a dire poco marginale dei rapporti commerciali" in questione.