
C’è il nulla osta dell’Autorità Idrica Toscana a Acque SpA ad avviare il procedimento delle attività espropriative. Passaggio legato al progetto definitivo ‘dei Comuni di Empoli, Fucecchio e San Miniato per la realizzazione del collettore fognario dal depuratore di Pagnana nel Comune di Empoli al depuratore Cuoiodepur Spa di San Miniato. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova stazione di sollevamento e di due nuovi collettori fognari in pressione di collegamento fra gli impianti di depurazione di Pagnana e di San Miniato (Cuoiodepur). La realizzazione di tale opera consentirà di trattare all’impianto consortile Cuoiodepur, tutti i reflui attualmente recapitati nel depuratore empolese. Il tracciato di progetto ricade negli ambiti di competenza delle tre amministrazioni comunali.
L’intervento è previsto e finanziato dall’Accordo integrativo per la tutela delle risorse idriche del Basso e Medio Valdarno e del Padule di Fucecchio attraverso la riorganizzazione della depurazione industriale del Comprensorio del Cuoio e di quella civile del Circondario Empolese, della Valdera, della Valdelsa e della Val di Nievole. Si tratta di un passaggio della cosiddetta operazione ’Tubone’. La realizzazione di questo collegamento prevede il piano particellare d’esproprio. Preliminarmente alla Conferenza di Servizi per l’approvazione del progetto – si legge nell’atto – dovrà essere verificata la conformità all’attuale destinazione urbanistica delle aree interessate dal progetto. Cuoiodepur, guidato da Michele Matteoli, è il consorzio misto pubblico-privato, a maggioranza privata, che raccoglie e tratta le acque reflue di tutti gli insediamenti industriali di Ponte a Egola e le acque civili delle abitazione dei comuni associati.Con la riorganizzazione della depurazione industriale e civile prevista da Tubone, l’impianto è chiamato a svolgere un ruolo strategico e centrale e in questi anni sono già stati fatti importanti investimenti. Da un anno, in Cuoiodepur, è in funzione il nuovo impianto per fornire acqua riciclata alle concerie, ottenuta dal trattamento "hi tech" dei reflui civili e che sarà pienamente operativo appena tutto il sistema entrerà a regime.
L’impianto è stato realizzato attraverso la riconversione funzionale di linee preesistenti modificandone la destinazioni d’uso. Si tratta di una nuova linea di trattamento biologico a membrane che è frutto di un investimento di 2 milioni di euro: ha la prerogativa non solo di incrementare la capacità di trattamento dei reflui civili provenienti da aree urbane limitrofe, ma rappresenta al tempo stesso il primo passo per il riutilizzo dell’acqua depurata all’interno dell’area industriale.
Carlo Baroni