Un cavallo per affrontare la malattia. Così il 'dottor' Jambo aiuta Simone

L’animale gioca con il giovane e cerca di liberarlo dalla sedia a rotelle

Nel riquadro Jambo con Simone; nella foto grande, Jambo con Linda Vanni (foto Germogli)

Nel riquadro Jambo con Simone; nella foto grande, Jambo con Linda Vanni (foto Germogli)

Ponsacco (Pisa), 21 giugno 2018 - Per alcuni minuti la malattia che ha reso un inferno la vita di Simone si è placata. Come a volergli regalare istanti di totale felicità e improvvisa serenità. È il dono inaspettato di Jambo, un cavallo speciale che si è avvicinato al giovane disabile senza timore, baciandolo, accarezzandolo, sconfiggendo così la rarissima sindrome di Lesch-Nyhan che da 25 anni costringe Simone Martelli, di Buti, paesino in provincia di Pisa, a vivere immobilizzato sulla sua carrozzina.

Una prigione che lo lega a quella gabbia di ferro per evitare che alcuni spasmi nervosi facciano del male a lui e a chi lo circonda. Jambo ha capito tutto. In un video diventato virale – e che oggi conta oltre 17 milioni di visualizzazioni – il cavallo del club ippico Le Sbarre di Ponsacco si avvicina senza timore. Gioca col venticinquenne, afferra con la bocca la corda che blocca il braccio del ragazzo alla sedia a rotelle.

"Ti voglio liberare da questa gabbia", Jambo non può dirlo. Ma lo fa capire. Simone se ne accorge e ride, come mai aveva fatto prima. "La malattia di mio figlio è tremenda. Lo costringe all’autolesionismo e a compiere gesti non autonomi che possono anche essere lesivi per chi lo circonda – si scioglie la madre, Roberta Bottaccio – movimenti del tutto involontari, che Simone non vuol fare e di cui poi si scusa centinaia di volte. Se fa male a una persona lui ci soffre il doppio. Di solito gli animali sentono la sua distonia e non riescono ad avvicinarsi. Questa volta è accaduto il contrario".

Jambo comprende paure e timori: cerca il contatto, prova a giocare con lui fino a tentare di liberarlo. Simone va al maneggio di Ponsacco una volta al mese da due anni. "Quando Simone ha incontrato Jambo è tornato a casa felicissimo – racconta mamma Roberta – e mi ha detto che in quegli attimi la malattia non lo ha perseguitato e soprattutto non gli ha rovinato il momento di felicità come invece succede di solito. Adesso non vede l’ora di tornare da Jambo, di ridere e giocare insieme a lui".

L’istruttrice Linda Vanni (nella foto con Jambo), del club ippico Le Sbarre – che da oltre dieci anni pratica riabilitazione equestre al suo maneggio – è rimasta stupita. "La vita è incredibile, ogni giorno questi ragazzi e questi cavalli riescono a insegnarmi qualcosa. Lezioni di vita che non si imparano altrove. Soprattutto i ragazzi autistici – continua Linda – entrando in contatto con i cavalli riescono ad abbattere quelle paure e quelle insicurezze che hanno invece con gli umani. Aumenta così la loro autostima e possono perfino esprimersi meglio, tirando fuori potenzialità che altrimenti resterebbero nei loro abissi".

Linda Vanni con Jambo (foto Sarah Esposito/Fotocronache Germogli)
Linda Vanni con Jambo (foto Sarah Esposito/Fotocronache Germogli)

E se ne vanno tutti i problemi, tutte le velleità che la vita prova a metterci davanti. Chiedetelo a Jambo e Simone, loro che riescono a volersi bene, ogni oltre barriera.

Luca Bongianni