Rapimento di Unicka e Vampire, la verità può arrivare dal processo

Chiesto il giudizio immediato per le tre persone che fecero la tentata estorsione ai danni del proprietario dei due campioni

Unicka con Gianluca Lami

Unicka con Gianluca Lami

Santa Croce sull'Arno (Pisa), 3 giugno 2018 -  Verso il processo: chiesto il giudizio immediato per i soggetti individuati come gli autori della tentata estorsione conseguente alla scomparsa, avvenuta nel marzo 2017, dei campioni del trotto Unicka e Vampire Dany, accuse mosse dopo le capillari indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Pisa Paola Rizzo e condotte dai carabinieri di San Miniato.

Ad essere rapiti dalla scuderia Wave di Staffoli dell’imprenditore Gianluca Lami, due autentici campioni che al momento del rapimento, valevano almeno due milioni di euro ,secondo gli esperti. Unicka, la cavalla dalla criniera bionda, quattro anni, pluricampionessa come e più del mitico Varenne, al momento del rapimento era considerata la trottatrice più forte al mondo.

Al proprietario dei due esemplari, infatti, erano arrivate diverse offerte milionarie da compratori interessati alla purosangue vincitrice nello stesso anno del Derby di Roma e dell’Orsi Mangelli di Milano, competizioni tra le più importanti a livello europeo e mondiale. Vampire Dany, un puledro di tre anni, diretto discendente di Varenne (figlio di una delle figlie del pluricampione ora prolifico stallone) e già vincitore del Gran Criterium di Milano. Il furto dei cavalli fu compiuto da due individui esperti che sapevano come muoversi per entrare nella scuderia e fuggire senza lasciare tracce.

Gli investigatori ritengono che ad agire possa essere stata una banda esperta e molto ben organizzata. Le indagini per ritrovarli sono state importanti, precise e capillari sia con metodi d’indagine tradizionali che con intercettazioni telefoniche: i cavalli, però, non sono stati trovati. Nelle rete sono finiti i soggetti che potrebbero anche essere scollegati dalla vicenda del rapimento e che però cercavano di far soldi con questa storia tanto da prendere i contatti con la proprietà per l’estorsione: la cifra richiesta era importante. 

La complessa attività investigativa ha evidenziato tracce che, dopo il “rapimento” dai box della scuderia di Staffoli, portano al Sud, tra la Puglia, la Basilicata e la Campania. Infatti non sono mai stati esclusi che in questa storia possano esserci collegamenti con la criminalità organizzata: i clan e le cosche usano le corse dei cavalli, quelle clandestine, per esercitare il predominio tra loro. La tentata estorsione è un capitolo comunque importante della vicenda e dell’attività della procura guidata da Alessandro Crini. Per la tentata estorsione, nel novembre scorso, due persone finirono in manette e una terza è stata indagata per favoreggiamento. In carcere finirono Francesco Scardi, di Canosa di Puglia e Pasquale Esposito di Napoli. Il giudizio immediato viene chiesto dal pm quando la prova appare evidente. Resta il giallo dei cavalli, e se siano o no ancora vivi.