Arrestato per istigazione alla jihad, il marocchino chiede di stare in cella da solo

Il 25enne Jalal ha detto agli agenti: "Comunque vada a finire questa storia, la mia vita in Italia è stata rovinata"

Jalal El Hanaoui dopo l'arresto

Jalal El Hanaoui dopo l'arresto

Ponsacco (Pisa), 7 luglio 2015 - Ha chiesto e ottenuto di essere rinchiuso in cella da solo Jalal El Hanaoui, il marocchino di 25 anni arrestato ieri dalla polizia a Ponsacco (Pisa), dove risiede da 17 anni, con l'accusa di istigare alla jihad attraverso i suoi profili Facebook e altri gruppi social da lui direttamente gestiti su alcuni siti islamisti.

Stamani per oltre un'ora ha incontrato il suo difensore, Marco Meoli, che però ha scelto la strada del riserbo: "Né io né lui cerchiamo l'esposizione mediatica, d'ora in poi lasceremo parlare gli atti giudiziari".

Secondo quanto si è appreso, nei prossimi giorni, forse già domani, sarà fissato l'interrogatorio di garanzia per la convalida dell'arresto e la sensazione è che El Hanaoui si avvarrà della facoltà di non rispondere. Prima si vogliono conoscere gli atti in mano alla procura per difendersi dalle accuse.

Il legale non lo dice, ma è chiaro che questa strategia significa aprire la strada a una probabile lunga detenzione. L'unico momento di sconforto sarebbe stato quello manifestato durante le ore di detenzione agli agenti ai quali ha detto: "Comunque vada a finire questo processo la mia vita in Italia è stata rovinata".