Toscana: il Pd e le alleanze possibili. Fossi punta al campo largo

Al Festival dem di Empoli il segretario regionale si confronta col governatore Giani. Il nodo dell’accordo col M5S, il presidente toscano si dimostra più scettico

Emiliano Fossi (Fotocronache Germogli)

Emiliano Fossi (Fotocronache Germogli)

Empoli, 1 maggio 2023 – «Armocromista? Quando è uscita fuori ho chiamato un amico stilista per chiedere cosa fosse. Alla fine, data la sua risposta, penso che continuerò ad affidarmi a lui».

Si comincia, e non poteva essere altrimenti, con una battuta. Perché il clima è sereno e il titolo della serata, ‘Maledetti Toscani’, la dice lunga sulla voglia di archiviare la fase congressuale e tendere verso un unico obiettivo.

Emiliano Fossi, segretario regionale, mozione Schlein, risponde alle domande di Erika Pontini de La Nazione e assicura che non assumerà un consulente di moda per farsi consigliare i colori giusti da indossare.

«Credo che se ne sia discusso anche troppo. L’importante è che all’abbigliamento corrispondano idee chiare e solidità. E su questo Elly Schlein non ha niente da imparare».

Parlando di sostanza, il tema sono le alleanze. Cinque Stelle, partiti a sinistra del Pd, il cosiddetto Terzo Polo. «Credo – prosegue Fossi – che sia necessario costruire un cantiere dopo le prossime amministrative a cui invitare tutti quelli che si riconoscono nell’area di centrosinistra. Per discutere e confrontarci, stabilendo le regole per stare insieme».

I temi comuni, secondo il segretario, non mancano. «Ci sono tante persone che tornano a guardare a noi. Tutta questa fiducia ci deve riempire di responsabilità, perché da soli non bastiamo: abbiamo bisogno di un campo largo in cui trovare forze riformiste e del centrosinistra. A livello parlamentare abbiamo questa grande occasione e uno dei primi punti può essere il salario minimo».

La pensa così anche Giani, ma con un interrogativo. «Il confronto sui temi c’è, la disponibilità è massima, ma se guardo e ascolto quello che fanno in consiglio regionale il nichilismo che hanno lascia margini stretti. Certo è un’alleanza che nei numeri potrebbe consentirci di essere già maggioranza, su questo nessun dubbio».

Si parla poi della questione congressuale. «Ho capito che potevamo vincere a una decina di giorni dal voto. Girando e confrontando gli umori, incontrando le persone e parlando con loro – dice Fossi – ho percepito un’attenzione particolare».

Giani, dal canto suo, è stato un fervente sostenitore della mozione Bonaccini. «Ma se da un lato ho visto la sua figura come rassicurante e capace di unire, in quei giorni che ci portavano al voto delle primarie ho sentito anche la voglia di scommettere su una figura particolare come quella di Elly Schlein. E’ stata votata da almeno un 27 per cento delle persone che alle elezioni di settembre avevano votato qualcun altro. Per me questa è una ricchezza: abbiamo digerito questi processi e siamo cresciuti. La Meloni, ora, ha una rivale agguerrita che può essere leader dell’opposizione. Se il Pd si muove verso un unico obiettivo, raccogliendo in sé le proprie anime, può ritrovare la sua forza aggregante».

Tra i temi caldi del momento c’è ovviamente il Cpr, il cosiddetto centro di permanenza per i rimpatri nel quale vengono trattenuti i cittadini stranieri in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione.

Un argomento sul quale Fossi ha sempre avuto le idee chiare, anche quando il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, giorni fa, aveva detto che la contrarierà della Regione era un danno ai toscani.

«Credo che sul tema dei migranti serva umanità, cosa che la destra evidentemente non ha. Sono contrario e continuerò a ribadirlo».

Un altro argomento chiave sono i rifiuti. E qui a intervenire è soprattutto il presidente Giani. «Abbiamo una discarica a Peccioli che continua a svolgere la sua funzione, ma vi sono dei progetti come a Rosignano che stanno marciando in aree dove è necessario dialogare coi cittadini per realizzare impianti che i rifiuti li distruggano. Nel sud della Toscana ci sono strutture a Poggibonsi ed Arezzo, ma anche il revamping a Scarlino. Due terzi della regione sono quindi autosufficienti, ma per quanto riguarda l’area centrale che comprende Prato e Firenze è necessario trovare una soluzione».

La partita del gassificatore di Snam, invece, è un vero e proprio cavallo di battaglia del Governatore. «Credo che sia necessario non cedere al populismo. Ci troviamo in una situazione della guerra, il gas schizza da 40 a 340. Per limitare la dipendenza dalla Russia – dice Giani – era necessario passare dal gasdotto alla soluzione del gassificatore. Piombino era la soluzione ideale: le navi che il Governo aveva deciso di acquistare erano due, una sull’Adriatico e una sul Tirreno, e le caratteristiche dei porti che le dovevano ospitare erano l’accessibilità e la vicinanza a una delle dorsali che vanno da nord a sud. Piombino garantisce entrambe con l’arrivo della nave abbiamo ottenuto anche l’obiettivo degli investimenti, in particolare su bonifiche e infrastrutture. Opere di compensazione che miglioreranno il territorio».

Capitolo sanità. «E’ uno dei termometri sul quale si misura la capacità di un governo di rispondere alle esigenze delle persone. Dobbiamo mettere il massimo impegno possibile dopo il grande lavoro fatto dalla Regione per resistere e tenere i conti durante e dopo la pandemia. Il modello toscano è di eccellenza – dice il segretario Fossi – ma deve rafforzarsi. Abbiamo davanti un governo che non è e non sarà amico della nostra sanità, perché ha una visione diversa. Noi puntiamo sulla prossimità e sulla territorialità, ma le risorse vanno a diminuire. Questo ci deve portare ad attivare una mobilitazione di livello nazionale per evidenziare le scelte, ma anche essere coraggiosi. I servizi in sofferenza, il problema delle liste di attesa e la carenza di personale devono trovare risposte».

Replica Giani. «La sanità territoriale e di prossimità, per noi, sono centrali. Crediamo nelle case e negli ospedali di comunità: ne abbiamo tagliati anche troppi e quindi, ora, voglio mantenerli e garantirli tutti. Ovviamente questa politica poi presenta il conto: quando la sanità è pubblica – dice il presidente – e le bollette aumentano, solo per questo vanno via 191 milioni. In Lombardia dove ci sono le convenzioni con le cliniche private, l’onere sul bilancio è stato minore. Ovviamente anche noi facciamo delle convenzioni, ma il numero è minore e la bussola è sempre quella della sanità pubblica. Nel momento in cui troviamo le risorse, e da questo punto di vista è necessario l’intervento del governo, dobbiamo lavorare sulle due principali criticità che sono pronti soccorso e liste di attesa. Nel primo caso si può ovviare con gli ospedali e le case di comunità. Una di queste è a Certaldo ed è stata inaugurata da poco. Sulle liste di attesa, invece, inseriremo un manager che si occuperà di gestirle e snellirle. Abbiamo investito risorse e mi aspetto molto da questo. Il terzo punto è il numero chiuso, per aumentare il numero di medici a cui attingere. Ma non è una cosa che dipende dalla Regione».

Le uscite dal Pd. «Non ne temo altre. Sono orgoglioso – dice Fossi – di come abbiamo affrontato la fase congressuale e post congressuale. Naturalmente gli addii dispiacciono e addolorano, anche perché continuo a ritenere che nel Pd resistano sensibilità diverse. La capacità sta in quello che possiamo fare per rafforzarci. Penso che prevarrà la politica».

Su Renzi, invece. «Per me è un alleato perché fa parte di uno dei partiti che si riconosce nell’area del centrosinistra, ma dovremo costruire un percorso in cui sarà necessario verificare sul campo se c’è la possibilità di costruire percorsi insieme. Noto però che in Toscana ci sono poche realtà dove siamo alleati in vista delle imminenti amministrative. Dovremo quindi valutare se Renzi si considera ancora un nostro alleato».

La serata si chiude parlando di amministrative e del prossimo sindaco di Firenze. Inizia Giani. «Il Pd su Firenze vive una grande sfida, perché la sua provincia costituisce un perno. L’area metropolitana fiorentina elegge il presidente di Regione, quindi figuriamoci se non è importante. Vediamo che cosa succede sul fronte del terzo mandato, che potrebbe aprire la strada a una ricandidatura di Nardella. Altrimenti ne parleremo a settembre-ottobre. I nostri meccanismi sono collaudati e ci porteranno a scegliere la persona giusta. Intanto però terrei alta l’attenzione sui comuni dove si voterà a breve. Due dei tre sindaci del centrodestra nei comuni che avevano vinto nei capoluoghi non si ripresenteranno: l’unico, tra Massa, Siena e Pisa, è proprio Conti. Questo la dice lunga su come sono messi».

Chiude Fossi. «Definiremo la candidatura strada facendo, ma c’è da lavorare con forza. Considero i dieci anni di Nardella molto positivi. Valuteremo regole e modalità e il Pd regionale in questo avrà voce in capitolo»