Nicola Oddati: 'Un nuovo Pd. Aperto anche ai 5 Stelle'

Oddati, braccio destro del segretario Nicola Zingaretti: "A Cascina insieme abbiamo vinto, questa è la strada tracciata dalle consultazioni in Toscana"

Nicola Oddati

Nicola Oddati

Firenze, 10 ottobre 2020 - Ripartire da Cascina per definire il futuro del Pd regionale, delle alleanze e delle strategie e le prospettive della Toscana. Sì, Nicola Oddati, coordinatore dell’iniziativa politica nella segreteria del Nazareno, ovvero il braccio destro del segretario Nicola Zingaretti, delinea la ripartenza toscana proprio dal Comune che fu della Lega e di Susanna Ceccardi sindaco, tornato al centrosinistra dopo la vittoria al ballottaggio di Michelangelo Betti. Che proprio in vista dell’ultima sfida si è apparentato con Movimento Cinque Stelle.  

Il ’teorema di Cascina’ può far breccia in Toscana? "Cascina è un esempio positivo, chiaro e lampante. Il Pd è tornato a governare con un bravo amministratore anche grazie all’appoggio del M 5Stelle. Cogliamo questa vittoria come una strada interessante, percorribile".  

Il neogovernatore Giani ha già lasciato qualche spiraglio al lavoro insieme ai grillini se non proprio aperture. "Il dialogo avviato al presidente Giani prima di tutto è sui programmi e sui punti importanti che possiamo condividere anche con il Movimento 5 Stelle. Si parte da qui per vedere se c’è la possibilità, nel tempo, di un’intesa più ampia e profonda".  

La base Pd capirà? "Il Pd non vuole annullare le diversità che esistono tra noi e il Movimento 5Stelle. Vuole accentuare la sua identità di partito più aperto, più coraggioso, più inclusivo al di là dei valori fondanti da cui non prescindiamo. In questa ottica vogliamo essere la forza propulsiva dell’alleanza che dal governo si rispecchia nelle amministrazioni locali. Ma poi a valutare sarà il Pd toscano".  

Già quel governo era dato per moribondo un giorno e l’altro pure. "Ricordiamo: c’erano due partiti che si aggredivano fino a poche ore prima di mettersi insieme. Zingaretti è stato lungimirante, ha avuto un alto senso dello Stato e delle istituzioni quando ha detto che il governo che si formava doveva avere prospettiva e ambizioni".  

Ora, rinfrancati dal voto regionale e comunale 2020, varate la fase due... "Ora si entra nella concretezza delle cose. Innanzitutto l’epidemia non è sconfitta e anzi l’aumento dei contagi è preoccupante. Serve prontezza e decisione, ma con l’esperienza fatta nei mesi scorsi che aiuta. Poi dobbiamo gestire al meglio il Recovery Fund, siamo intervenuti sui decreti sicurezza di Salvini, abbiamo di fronte la legge di stabilità, la fase post referendum costituzionale, la scuola da valorizzare, il lavoro da difendere".  

Il centrodestra in Toscana vi ha fatto paura, non dica di no. "Sappiamo che il centrodestra è forte ed è unito. Non dobbiamo mai dimenticarcelo. Ci è andata bene perché in Toscana come in Emilia abbiamo dato fondo alle nostre forze migliori, ci siamo sentiti uniti, ci siamo mobilitati per un obiettivo comune. Ma non è detto che ci vada sempre bene se non mettiamo in atto azioni nuove".  

Quali? "Una strategia di alleanze con le forze che governano il Paese, da Cinque Stelle a Leu a Italia viva. E soprattutto un nuovo modo di fare politica, e in questo senso Iacopo Melio è un simbolo. La consapevolezza che se si litiga si perde consenso. Ciò lo diciamo alle nostre aree interne, al M 5S e a Italia Viva".  

Per il Pd è tempo comunque di congresso? "Dipende da tanti fattori, a partire dalla nuova ondata del Covid. Certo è che il Pd deve fare una discussione generale sul futuro, una discussione di qualità congressuale. In più mettiamo mano alla riforma organizzativa del partito".  

In Toscana il centrodestra ha raggiunto il 40%. Dopo i brindisi il Pd si dovrà interrogare comunque. "Certo, dobbiamo riflettere, dialogare, ascoltare, stare con la nostra gente straordinaria che ha dimostrato che crede nel Pd. Tutto il gruppo dirigente toscano ha fatto uno scatto in avanti quando ha capito che c’era una tendenza che poteva indebolirci e avvantaggiare Ceccardi. La segretaria Bonafè con giovani dirigenti come Fabiani, il sindaco Nardella, il governatore Rossi, Lotti, Caterina Bini e altri, hanno mobilitato il Pd in tutte le sue articolazioni e la risposta è stata eccellente. Ripartiamo da qui".  

Non ha citato Renzi. "Renzi qui in Toscana era ed è un alleato, ma è il leader di un altro partito. E io mi occupo del mio, che è il Pd. A lui dico solo che l’effervescenza va bene, ma la litigiosità non paga".  

Enrico Rossi va a fare l’assessore a Signa, alle porte di Firenze. "Non possiamo fare a meno della sua intelligenza ed esperienza".  

Luca Lotti è ancora autosospeso dal Pd. "Fu una sua decisione, ma credo sia del tutto superata. È una risorsa di cui il Pd ha bisogno e il nostro dialogo è continuo. D’altra parte Base riformista è rappresentata nella segreteria unitaria del Nazareno".  

Giani sta varando la giunta. "La farà bene. Si è mostrato subito autorevole come la sua esperienza faceva prevedere. Farà una giunta giovane e competente. L’incarico a Melio come consigliere delegato per il progetto sui diritti è un bellissimo segnale".