Caso Keu, Pieroni: "Ho solo fatto politica. E non ho intascato nemmeno un euro"

L'ex consigliere regionale si difende

Pontedera (Pisa), 26 novembre 2022 - Un’inchiesta di migliaia di pagine. "Ma non c’è una riga che accosti la mia persona alla questione Keu", è lo sfogo di Andrea Pieroni, consigliere regionale Pd, indagato dalla Procura. "Inoltre – aggiunge – come era naturale e prevedibile, l’indagine ha accertato che non mi sono intascato neppure un euro, né ho percepito altre utilità per avvantaggiare privati nello svolgimento della mia attività di consigliere". Con l’atto di chiusura delle indagini, tuttavia, il nome di Pieroni resta nell’inchiesta. Anche se con un’ipotesi di reato meno grave.

Andrea Pieroni
Andrea Pieroni

"Anch’essa come quella originaria – rileva – priva di qualsiasi fondamento". A Pieroni è contestata la corruzione elettorale. Secondo gli inquirenti i vertici dei conciatori – unitamente a Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce – avrebbero assicurato a Pieroni, quale candidato al consiglio regionale, il proprio voto anche a nome degli aderenti all’Associazione conciatori a fronte di alcune promesse del candidato. Come la disponibilità a presentare, da consigliere in carica, un emendamento di cui, secondo le accuse, non conosceva e comprendeva neanche il contenuto tecnico per sottrarre Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione integrata ambientale, con l’espediente di escludere l’impianto da quelli facenti parte del servizio idrico integrato. La Procura rileva come quell’emendamento sia stato approvato con una procedura non conforme ai regolamenti del consiglio, impedendo alle opposizioni di conoscerne il contenuto prima della votazione.

"L’emendamento di cui sono stato cofirmatario e che fu approvato senza voti contrari dal consiglio, in un momento in cui non si parlava di elezioni e le liste con le candidature erano di là da venire, è stato frutto di una libera attività politica", si difende Pieroni. "Il suo contenuto, che comunque è diverso dall’interpretazione che ne viene data dagli inquirenti, non presenta alcun profilo di illiceità. L’iter di presentazione in aula ha seguito una delle varie modalità previste dai regolamenti, come confermato da chi in quel momento presiedeva l’aula. Gli effetti che da quella modifica normativa sarebbero scaturiti non erano ad personam, ma avrebbero risposto a questioni che provenivano dal territorio e dalle categorie sociali che vi operano e con le quali la politica non può non interfacciarsi, se non vuole tradire la sua funzione".

C.B.