LUIGI CAROPPO
Politica

Forza Italia, Mallegni contro il 'pensiero unico'

L'ex coordinatore toscano attacca l'attuale vertice: "Non c'è condivisione"

Massimo Mallegni
Massimo Mallegni

Firenze, 16 settembre 2023 – Contro il 'pensiero unico' nel suo partito, Forza Italia. Contro il vertice toscano e il decisionismo 'esasperato' da Roma e da Firenze.

Massimo Mallegni, ex coordinatore toscano di Forza Italia, ex senatore azzurro ed ex sindaco, imprenditore di successo della Versilia, è un fiume in piena. Grillo parlante della politica azzurra. Ma sempre pronto a rinnovare la tessera "se non mi cacciano prima" dice. "Una cosa è certa, sottolinea, non voglio più incarichi, così stanno tutti tranquilli".

Mallegni, Forza Italia va alla prova del voto nel '24 senza di lei al vertice toscano. Che prospettive ha il suo partito nei Comuni toscani e per le Europee nella nostra regione?

"Sono un narcisista, egocentrico e presuntuoso, ma non credo che la mia assenza sarà la causa del risultato delle prossime amministrative in Toscana dove andranno al voto oltre 180 Comuni. I problemi che Forza Italia avrà saranno la conseguenza delle scelte che la coppia Stella-Bergamini sta attuando in Toscana".

E in Europa?

"Per le Europee, se non avremo un netto “risveglio” della passione berlusconiana, sarà anche peggio".

Lei alla guida ha risollevato il partito sia alle urne che nei territori. Poi è stato messo da parte.

"Con la mia gestione siamo passati dal 1,8 % prima al 4,7% delle regionali 2020, che hanno permesso a Marco Stella di tornare in consiglio regionale e poi alla vittoria in molti Comuni e infine all’ottimo risultato del 6% delle Politiche".

Manca il dialogo in Forza Italia tra risorse diverse?

"Non esiste nessun dialogo. Con Berlusconi si discuteva. Poi alla fine decideva comunque lui ma almeno aveva la voglia di ascoltare le opinioni degli altri, anche le più critiche. Spesso ci riuniva nel “parlamentino” a Grazioli e ci chiedeva le nostre opinioni ed in ogni caso, ti rispondeva. Oggi nessuno risponde più. Sì figuri che nel ridisegnare gli incarichi in Toscana la prima domanda posta ai territori è stata quella di sapere se fossero amici di Mallegni oppure no. Di conseguenza sono state fatte le scelte. Oggi, almeno in Toscana, chi ha un'opinione e vuole restare nel Partito è sconsigliato dall'esprimerla".

Senza condivisione come si esprimono le realtà locali?

"Qualsiasi partito, movimento, associazione deve avere un progetto, un obiettivo e principalmente una condivisione delle scelte da fare. Sono i territori che debbono essere lasciati liberi di decidere che cosa è meglio per loro. Io ho sempre lavorato per "l'autodeterminazione dei popoli”. Oggi purtroppo si pensa che da Firenze o da Roma si possa decidere tutto".

Lei punta sul rinnovamento. Ha visto Gasparri con i giovani alla festa azzurra?

"Io punto sulla condivisione in un partito che da sempre è verticistico e senza democrazia decisionale. Ma tornare alla condivisione è essenziale. Maurizio Gasparri è, nonostante il suo “cursus honorum”, il primo militante di Forza Italia. Un lavoratore indefesso, sempre disponibile e molto rispettoso delle idee altrui. Everest è una sua idea che anche quest’anno ha avuto un grande successo. Ma il problema non è Everest ma i contenuti che da questa esperienza emergono e la volontà di trasformarli in gestione reale del Paese e del Partito, sono certo che Maurizio ci proverà".

Lei è sempre tra i primi a rinnovare la tessera di partito a gennaio. Lo farà anche nel '24?

"Sono iscritto a Forza Italia dal 1994 e francamente intenderei continuare ad esserlo ancora a lungo. C’è l’incognita di essere cacciato perché esprimo le mie idee come ho sempre fatto. Quando dialogavo con il Presidente Berlusconi spesso ero critico ma lui amava capire il perché. Oggi il perché non interessa a nessuno. Se non sei aderente al “pensiero unico” ti cacciano o peggio ti ignorano.

In ogni caso io, così chiariamo definitivamente anche questa cosa, non ho alcuna ambizione personale di ricoprire ulteriori ruoli istituzionali ad alcun livello. Quelle esperienze le ho già fatte e se mi permette piuttosto bene. Ma è certo che non starò mai in silenzio e combatterò per tornare ad avere un Movimento politico che nasce dal territorio e ne fa i suoi interessi permettendo la libertà di opinione e valorizzando chi la pensa diversamente da me".

Tajani è oggi l’unico candidato alla segreteria nazionale.

"Antonio Tajani è una persona competente e affidabile. Credo che la sua grande esperienza in ambito europeo lo stia aiutando a svolgere bene il suo ruolo di Ministro degli esteri. È una persona che garantisce la stabilità. Non è a mio avviso uomo da battaglie cruente. Si muove bene in silenzio. Ma la sfida che ha di fronte oggi però è diversa. Non c’è più Silvio Berlusconi che si lanciava da condottiero in battaglia. Che prendeva posizioni forti e le sosteneva senza paura delle conseguenze. Se Antonio cambierà modo di fare Forza Italia tornerà a crescere. La gente vuole sicuramente stabilità e moderazione ma cerca sempre un leader da seguire".

Luigi Caroppo