REDAZIONE POLITICA

ELEZIONI Addio file separate. Uomini e donne saranno insieme

Passa il decreto sul voto. Polemica per l’accorpamento del referendum ai ballottaggi

Passa il decreto sul voto. Polemica per l’accorpamento del referendum ai ballottaggi

Passa il decreto sul voto. Polemica per l’accorpamento del referendum ai ballottaggi

C’è del simbolico e del concreto nel Dl Elezioni che è passato ieri alla Camera con 131 voti a favore, 77 contrari e 3 astenuti. Il concreto è che l’accorpamento dei Referendum sarà con i ballottaggi dell’8 e 9 giugno e non con il primo turno della amministrative, quindici giorni prima, come invece invocavano i promotori, sperando ovviamente in un effetto traino alle urne. Il simbolico, in realtà, è una piccola grande rivoluzione. Le liste elettorali infatti saranno uniche e non più distinte tra uomini e donne, e questo comporta nei fatti la fine degli elenchi e dunque delle file separate ai seggi. E nelle stesse liste, per le donne coniugate o vedove non dovrà essere più indicato anche il cognome del marito come invece avvevniva fino ad ora. Confermato ingine il voto ai referendum per i fuori sede, ovvero chi si trovi lontano dalla sua residenza da almeno tre mesi per motivi di studio, lavoro o di cura. Un ultimo punto che innesca la polemica politica perché, però, la norma è ancora transitoria e non strututrale come auspicavano le opposizioni. "Ancora una volta il governo ha perso un’occasione per dare prova di civiltà democratica – dichiara infatti in Aula la presidente dei deputati di Italia viva Maria Elena Boschi, che spiega: "Una strada era stata individuata almeno per i referendum, seppur con ritardi. E invece il governo ha scelto di respingere non solo gli emendamenti, ma perfino gli ordini del giorno che chiedevano un impegno a lavorare in questa direzione".

Soddisfatta invece la maggioranza, secondo cui il decreto contiene "misure importanti per incentivare la partecipazione, come l’estensione del voto al lunedì e l’accorpamento del referendum al ballottaggio. "Chi critica queste misure – ha detto Alessandro Colucci di Noi moderati – non coglie il valore di scelte che facilitano l’esercizio di un diritto". L’attenzione del Pd è , a questo punto, già rivolta alla legge elettorale che "non può e non deve essere una prerogativa della maggioranza di turno" perché, spiega il deputato dem Federico Fornaro, è "parte integrante delle regole del gioco". Dunque: "servono compromessi alti per stabilizzare il tema della legge elettorale" e "noi siamo disponibili al confronto per una legge elettorale che non mortifichi la rappresentanza e il ruolo del Parlamento alterando l’equilibrio tra potere legislativo ed esecutivo".