LUIGI CAROPPO
Politica
Editoriale

Servizi pubblici e partiti, il teatrino delle scelte di comodo

Modello di economia circolare
Modello di economia circolare

Firenze, 17 settembre 2023 – E così la campagna elettorale già in corso verso il giugno ’24 (quindi lunga ed estenuante) condiziona evidentemente alcune scelte amministrative e politiche di rilievo per la Toscana.

Si parla di servizi pubblici e di ricadute sui territori e sui cittadini (efficienza e tariffe). Nella fattispecie, dell’allargamento della partecipazione e delle prospettive strategiche della multiutility (holding per la gestione di acqua, rifiuti, energia) e del piano dell’Economia circolare che la Regione Toscana sta affannosamente cercando di portare in fondo con idee innovative.

Sia la multiutility (in particolare la quotazione in Borsa alla ricerca di investitori privati) che il piano Monni per i rifiuti (economia circolare che limita al massimo gli scarti urbani) hanno subito in questi ultimi giorni scossoni dalla politica.

I partiti vanno riposizionandosi nel proprio alveo di appartenenza per portare a casa il risultato, quindi accentuano anche scelte che, in un altro periodo, potrebbero essere oggetto, invece, di mediazione.

Sulla quotazione della holding di Alia il nuovo Pd ha detto no, i sindaci di Firenze e Prato, Nardella e Biffoni, paladini della nuova realtà, sono interessati, il centrodestra è spaccato con FdI che spinge e la Lega che frena.

Insomma, ognuno pensa al proprio orticello. Sul piano toscano dei rifiuti è in atto una crisi dentro il Pd. Duplice scenario: c’è chi vuol mettere in difficoltà l’assessora Monni (candidabile per Palazzo Vecchio) e c’è chi vuol difendere i territori (costa, nord e sud Toscana) che sono già sufficientemente attrezzati per lo smaltimento dei rifiuti contro l’area centro (Firenze, Prato Empoli), che soffre la carenza di impianti dopo il no al termovalorizzatore di Case Passerini.

Eppure sia per la multiutility che per il piano rifiuti bisognerebbe confrontarsi con ragionevolezza, idee e voglia di dialogare. Invece prevalgono l’arroccamento su posizioni di comodo e strategie per mettere in difficoltà l’avversario politico (anche all’interno del proprio partito). E così chi ci rimette è il cittadino. Tentato una volta di più di non andare a votare di fronte a questo (solito) teatrino.