Un ko che serve da lezione. Ora l’Estra punta Scafati

Pistoia chiamata a smaltire subito le scorie dell’imbarcata subita in Sardegna

Un ko che serve da lezione. Ora l’Estra punta Scafati

Un ko che serve da lezione. Ora l’Estra punta Scafati

Un’ imbarcata, non si può definire altrimenti la sconfitta subita dall’Estra Pistoia contro Sassari. Il meno 38 finale, con i biancorossi che sono stati sotto anche di 47 punti, non lascia spazio ad altre definizioni. Quando arrivano queste batoste si tende sempre a usare le solite frasi fatte: "una giornata storta ci può stare", "bisogna resettare e voltare pagina" "non c’è da fare drammi". Tutto piuttosto banale, perché è ovvio che una serata in cui niente va per il verso giusto possa accadere nell’arco di una stagione. MA nel caso di Pistoia è iniziata subito dopo la palla a due perché è sufficiente riavvolgere il nastro fino all’inizio della gara e prendere le prime due o tre azioni per rendersi conto che la squadra non era presente in campo. Non solo, solitamente si parla di giornata storta quando in attacco non entra neppure un tiro, ma il concetto si applica più difficilmente alla difesa dove si può sempre mettere abnegazione, spirito di sacrificio, grinta e rabbia agonistica, tutti aspetti che non si sono visti contro Sassari.

E non è neppure giusto voltare pagina o resettare, anzi: è bene che la squadra tenga bene in mente la gara contro Sassari per rendersi conto che se si approcciano male le partite si va incontro ad un’imbarcata, appunto. L’unico aspetto su cui si può essere d’accordo è che non c’è da fare drammi anche perché i drammi sono altri e non riguardano lo sport. Alla fine è una sconfitta, dura, pesante, ma pur sempre una sconfitta che non pregiudica nulla però deve servire da lezione. Molti grandi giocatori hanno sempre sostenuto che è meglio perdere di 40 punti che di uno perché se perdi di 40 punti capisci che c’è stato un problema e ti attivi per risolverlo, se perdi di uno dai la colpa alla sfortuna o al canestro che non è entrato o al fischio arbitrale e non risolvi il problema. Quel meno 38 deve stare lì a futura memoria a ricordare ai biancorossi, da qui alla fine del campionato, che tutte le partite vanno approcciate e giocate al massimo dell’attenzione, senza avere cali, perché gli avversari è questo ciò che faranno, pronti a cogliere ogni minima cessione, possibilità per vincere. Nicola Brienza e Marco Sambugaro lo avevano detto a chiare lettere che nel girone di ritorno ogni partita è una lotta senza quartiere dove nessuno molla di un solo centimetro e le vittorie vanno conquistate punto dopo punto fino alla fine. E allora, non ci sono accuse da fare o colpevoli da trovare perché il valore umano di questa squadra è comprovato e ampiamente dimostrato, c’è solo da capire l’errore commesso, farne tesoro e usarlo come motivazione per compiere un ulteriore passo in avanti a livello di crescita di squadra. A partire da sabato al PalaCarrara con Scafati.

Maurizio Innocenti